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Austria circuito: l’analisi delle criticità per la MotoGP

© Luca Gorini

Archiviata la seconda fase di pausa estiva post Gran Premio di Gran Bretagna, il paddock del Motomondiale riparte da un Gran Premio storico ma il cui tracciato è rientrato in calendario soltanto nel 2016 dopo ben 19 anni di assenza, ovvero il Gran Premio d’Austria.

Martin arriva al RedBull Ring di nuovo in testa al campionato “grazie” alla doppietta di Bastianini in quel di Silverstone. In Stiria nel 2021 lo spagnolo di Pramac ha colto il suo primo successo in MotoGP permettendo a Ducati di mantenere il filotto di imbattibilità sulla pista di proprietà della RedBull

Non tutti sanno che…

Il primo Gran Premio d’Austria risale al 1955 ma non era valevole per il Mondiale, si disputava sul tratto di autostrada che collega Salisburgo a Vienna. Nel 1970 la gara si sposta su un circuito vero, il Salzburgring e dal 1971 entra a far parte del Motomondiale. Rimane in calendario fino al 1994, per poi spostarsi all’A1 Ring nel biennio 1996-1997. Dopo l’annuncio del 2014, il Gran Premio d’Austria ritorna nel 2016 sul RedBull Ring. Con l’edizione di quest’anno, sono 31 i Gran Premi disputati in Austria valevoli per il Mondiale, 22 sul Salzburgring e 9 sull’A1 Ring/RedBull Ring. 

Storia, caratteristiche, incidenti e gare epiche avvenute al RedBull Ring


Come accennato poco fa, il Gran Premio d’Austria ha variato la sua sede sui due principali tracciati che l’Austria propone, il Salzburgring e l’Österreichring, oggi RedBull Ring. Con il Salzburgring che esce di scena dopo l’edizione non disputata del 1995, nel 1996 entra in scena il nuovo A1 Ring.

L'Österreichring è un tracciato permanente costruito nel 1969 espressamente per le competizioni. Lungo 5911 metri nella sua versione originaria, è un tracciato molto veloce e caratterizzato da un'altimetria condizionata dalla collocazione sul fianco di una collina. Dopo l’incidente fatale di Mark Donohue nel 1975, la prima curva del tracciato, la Hella-Licht viene modificata e trasformata in chicane portando la lunghezza a 5942 metri, ma rimaneva un difetto che si porta dietro tutt’oggi, la scarsità di vie di fuga.

Nel 1987 l’Österreichring viene abbandonato e l’anno successivo viene sottoposto a tre mesi di lavoro ed adeguamento: viene incrementata la larghezza e portata a 12 metri e la Bosch-Kurve viene ridisegnata totalmente. La lunghezza scende a 5852 metri.

L’A1 Ring “nasce” nel 1995 grazie all’architetto Hermann Tilke sfruttando quei lavori che non sono stati fatti nel 1988. La pista viene drasticamente accorciata e snaturata, la prima curva viene anticipata di parecchie decine di metri dando vita quindi ad un nuovo rettilineo parallelo a quello del tracciato precedente. La pista poi si sviluppa sul disegno originale, salvo le curve Bosch, più lenta, e Rindt, trasformata in doppia curva a gomito.

Nel 2004 RedBull rileva il tracciato denominandolo RedBull Ring. Nelle idee di Mateschitz c’era quella di aggiungere una estensione all’A1 Ring che comprendesse anche le vecchie parti dell’Osterreichring, creando quindi un circuito più lungo e tortuoso del precedente. Non se ne fece nulla per via delle proteste degli ambientalisti.

Il layout attuale del RedBull Ring vede la chicane di curva 2 che va a spezzare e rallentare il rettilineo che porta alla Remus, il tornante verso destra. Il tracciato ora misura 4.32 km, consta di 11 curve, 8 a destra e 3 a sinistra, ha una sede stradale di 13 metri ed il rettilineo più lungo è di 626 metri

Incidenti

Quando si parla di incidenti al RedBull Ring, uno solo è quello degno di nota, ovvero quello tra Zarco e Morbidelli del 2020 che per poco non coinvolgeva anche Rossi e Vinales. 

16 agosto 2020, il Gran Premio d’Austria è la quinta tappa di 15 di una stagione decisa dal Covid e con gare doppie. La gara è appena partita, prima della curva Remus Zarco tampona Morbidelli, le moto dei due piloti piroettano per diversi metri e quella del francese passa vicinissima a Valentino Rossi e Maverick Vinales. 

Gare epiche e sorpassi clamorosi

Il RedBull Ring, da quando è rientrato in calendario, è stato spesso teatro di gare memorabili e dai finali mai scontati. Nel 2016 la prima vittoria in MotoGP di Andrea Iannone, nel 2017 il duello all’ultima curva tra Dovizioso e Marquez, nel 2019 ancora Dovizioso con Marquez e sempre all’ultima curva. 

14 agosto 2016. Il Gran Premio d’Austria è la prova numero 10 su 18 previste in quella stagione. Da quell’anno il RedBull Ring diventerà un feudo Ducati. A portare la prima vittoria è proprio Andrea Iannone con una gara capolavoro davanti al compagno di box Andrea Dovizioso 

13 agosto 2017. Il Gran Premio d’Austria è la prova numero 11 su 18 previste in quella stagione. E’ l’anno del primo duello Dovizioso-Marquez per il titolo. Ducati arriva in Austria da favorita avendo vinto l’anno prima, ma Marquez ed Honda non si danno per vinti. La gara è tiratissima e si risolve soltanto all’ultima curva dell’ultimo giro quando Marc prova il sorpasso ma Dovi incrocia mandando a quel paese il pilota spagnolo.

11 agosto 2019. Il Gran Premio d’Austria è la prova numero 11 su 19 previste in quella stagione. La gara è ancora tiratissima, con Marquez e Dovi che si contendono la prima posizione scambiandosela più volte. All’ultimo giro si ripete la stessa scena già vista in altri contesti ma questa volta è Dovi ad attaccare all’ultima curva e vincere la gara.

Sorpasso clamoroso

Nell’edizione del 2022, quella con layout modificato per via della chicane alla curva 2, si è vista una manovra clamorosa di Fabio Quartararo su Jack Miller. Fabio allunga la staccata riuscendo a passare Miller all’interno della chicane, portandosi al secondo posto all’inseguimento di Bagnaia

I tratti caratteristici del circuito del Gran Premio d’Austria


Il RedBull Ring, pur avendo perso tutta la prima parte dell’Osterreichring in virtù della sicurezza, conserva comunque la sua caratteristica di essere un tracciato piuttosto veloce. 

I punti di staccata più difficili sono: Niki Lauda, la prima curva, si arriva lanciati dal rettilineo principale; chicane 2a-2b che spezza il rettilineo in salita; Remus, tornante secco verso destra; Schlossgold, la curva 4 in discesa.

I punti, invece, di sorpasso sono: Niki Lauda, sfruttando la scia della moto che precede; chicane 2a-2b, Quartararo insegna; Schlossgold, sfruttando l’accelerazione in uscita dalla Remus; Rindt e RedBull Mobile, le ultime due curve per l’attacco della disperazione all’ultimo giro.

Statistiche e record del Gran Premio d’Austria


Come abbiamo detto in precedenza, il Gran Premio si è disputato essenzialmente su due tracciati, il Salzburgring ed il RedBull Ring. Con quella di quest’anno sono 32 le edizioni del Gran Premio d’Austria del Motomondiale nonostante i suoi 52 anni di vita.

Il primo Gran Premio d’Austria valevole per il Mondiale risale al 1971 al Salzburgring con i successi di Jan De Vries in classe 50, Angel Nieto in 125, Silvio Grassetti in 250, Giacomo Agostini in 350 e 500 con la MV Agusta.

La prima edizione disputata sul RedBull Ring (A1 Ring) è del 1996 con successi di Ivan Goi in 125, Ralf Waldmann in 250 ed Alex Criville in 500

L’edizione dello scorso anno, invece, ha visto i successi di Deniz Oncu in Moto3, Celestino Vietti in Moto2, Pecco Bagnaia in MotoGP e doppietta di Mattia Casadei in MotoE.

Per quanto riguarda la MotoGP, la pole 2023 è di Pecco Bagnaia in 1’28”539 mentre il giro veloce della gara è sempre di Pecco in 1’29”840. L’All Time Lap Record è di Bezzecchi in 1’28”533

Per quanto riguarda la Moto2, la pole 2023 è di Pedro Acosta in 1’34”040 mentre il giro veloce della gara è sempre di Pedro Acosta in 1’34”453. Dello spagnolo è anche l’All Time Lap Record in 1’33”523 

Per quanto riguarda la Moto3, la pole 2023 è di Collin Veijer in 1’41”486 mentre il giro veloce della gara è di David Alonso in 1’41”452. Di David Munoz del 2022 l’All Time Lap Record in 1’40”910

Per quanto riguarda la MotoE, la pole 2023 è di Kevin Zannoni in 1’38”567 mentre il nuovo giro record in gara è di Mattia Casadei in 1’38”742.

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