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Pagelle GP Valencia: Bagnaia in difesa conquista il titolo, Rins perfetto

© Luca Gorini

A Valencia è andato in scena l'ultimo GP dell'anno, nella gara che ha consegnato il titolo a Pecco Bagnaia. Una giornata dal forte contenuto emotivo, in primis per la vittoria del piemontese, ma anche per il successo di Alex Rins e la Suzuki, nell'ultima gara della moto di Hamamatsu. Senza di dimenticarsi ovviamente di Fabio Quartararo, l'illustre sconfitto di quest'oggi che ha mostrato nuovamente, in modo quasi commovente, le sue qualità e la volontà vincente. Sono loro tre i volti principali dell'ultimo week-end di gara dell'anno. Andiamo a vedere i promossi e i bocciati della gara di Valencia, che ha lanciato, inoltre, alcuni temi anche per l'anno prossimo, come ad esempio la competitività di Marc Marquez, caduto in gara ed in difficoltà con la moto.


Pecco Bagnaia - 10 e lode

La gara del piemontese meriterebbe una valutazione decisamente più basso ma vista la posta in gioco, il percorso svolto ed il risultato ottenuto, Bagnaia non può che prendere il voto più alto. Una gara gestita non senza qualche patema d'animo, con tanto di intensa bagarre con Quartararo nelle prime fasi, duello che ha tenuto tutto il box Ducati con il fiato in sospeso. Il nono posto finale è bastato per conquistare il primo titolo in top class, e questo basta. Pecco entra nella storia! 

Alex Rins - 10


Lo spagnolo regala alla Suzuki l'addio alla MotoGP più dolce che si potesse desiderare. Il rammarico non può che essere altrettanto grande vista la competitività mostrata dalla moto giapponese e dal talento cristallino arrivato alla 17esima vittoria in carriera, la quinta in top class e la seconda in stagione. Numeri non scontati che fanno capire il valore del pilota spagnolo, in molte occasioni forse leggermente sottovalutato.

Brad Binder - 9


Il sudafricano della KTM conclude la sua stagione così come l'aveva iniziata, con un secondo posto figlio di una prestazione quasi perfetta. Per lunghi tratti di corsa Binder è stato il pilota più veloce in pista, mostrando una padronanza della moto non comune e confermando quanto di buono già intravisto. Ancora una volta l'alfiere della casa austriaca ha mostrato di essere "un animale di gara" e ha dato la consapevolezza di potersi giocare la vittoria in sella ad una moto all'altezza.