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Motomondiale: la carriera di Valentino Rossi

© Milagro

Non bastano certo i freddi numeri (oltre 400 gare, 115 vittorie, 235 podi) e le statistiche a raccontare quello che per 26 anni è stato Valentino Rossi, un monumento vivente del Motomondiale e motivo di ispirazione per tanti piloti. Il Dottore, per numero di vittorie, rimane ancora secondo alle spalle dell’irraggiungibile Giacomo Agostini ma le sue 115 vittorie sono difficilmente raggiungibili anche per i piloti dell’attuale griglia.

Proviamo dunque a ripercorrere la carriera di questo straordinario campione che ha contribuito in larga parte al successo della MotoGP nel corso degli anni.

Gli inizi: dal gokart alla Sport Production


Figlio dell’ex pilota del Motomondiale Graziano Rossi, dal quale eredita il 46, i primi contatti tra Valentino ed i motori avvengono con il go-kart. A 9 anni prende la licenza ma subito dopo passa alle più economiche (allora lo erano) minimoto gareggiando sulla pista Motorpark di Cattolica.

A 13 anni prova l’Aprilia AF1 125 e nel 1993 fa il suo esordio nel campionato Sport Production in sella ad una Cagiva Mito 125. Nel 1994 disputa sia la Sport Production, vincendone il titolo, che il campionato italiano GP accumulando esperienza con i prototipi.

Nel 1995 si laurea campione italiano 125 e conclude al terzo posto l’europeo di categoria. Il risultato gli spalanca le porte del Motomondiale.

Il Motomondiale - 125


Nel 1996 debutta in 125 con l’Aprilia del team privato AGV. Coglie il primo podio in Austria (guarda caso la pista sia dove ha rischiato lo scorso anno sia dove ha annunciato il ritiro nella giornata di oggi) e la prima vittoria a Brno davanti a Jorge Martinez dopo aver centrato anche la prima pole position. Chiude la stagione da rookie al 9° posto con 111 punti.

L’anno successivo passa al team ufficiale Aprilia Racing. Vince 11 delle 15 gare in programma in quella stagione e si laurea per la prima volta campione del mondo festeggiando con un grande 1 di gommapiuma sulle spalle. Con le vittorie in 125 iniziano anche le prime gag con il suo fan club per festeggiare i successi.

La 250


Da campione della 125 si trasferisce in 250 con il team privato Nastro Azzurro Aprilia ed ha al suo fianco come capotecnico Rossano Brazzi dopo gli anni della 125 con Mauro Noccioli. La stagione non inizia nel migliore dei modi, due cadute nelle prime due gare. Il prosieguo è un alternarsi di podi/vittorie a ritiri clamorosi. La prima vittoria in 250 arriva ad Assen (circuito amico del Dottore), poi quattro vittorie filate nelle ultime quattro gare della stagione per un secondo posto alle spalle di Capirossi.

Nel 1999 rimane in 250 con il team ufficiale Aprilia. Dopo l’anno precedente di apprendistato, il pilota di Tavullia centra l’iride anche nella quarto di litro con 309 punti e 9 vittorie.

La 500


A fine 99 va a provare la Honda NSR500 con la quale debutterà nel 2000 in 500, con il team privato Nastro Azzurro e la squadra di Mick Doohan. Nel 2000 Valentino Rossi raggiunge Capirossi e Biaggi in 500. La prima stagione è di apprendistato, alterna buone gare a ritiri clamorosi. La prima vittoria in carriera in 500 arriva a Donington Park, replicata poi in Brasile. Chiude al secondo posto alle spalle di Kenny Roberts JR.

Nel 2001 il team Nastro Azzurro è ancora protagonista per quello che è l’ultimo anno di vita della 500 prima dell’avvento delle MotoGP. Esattamente come in 125 e 250, centra il titolo al secondo anno nella categoria dopo un intenso duello con Max Biaggi. Terzo alloro in carriera con 355 punti e 11 vittorie

EWC


La 8 ore di Suzuka è la Gara delle gare del Mondiale Endurance e le squadre super ufficiali dei costruttori giapponesi chiamano a rapporto i loro big. Per il team Cabin Honda scendono in pista Valentino Rossi, fresco di titolo in 500, e Colin Edwards, ex campione Superbike 2000 con Honda. E’ trionfo per la coppia italo-americana, Rossi ed Edwards negli anni diventeranno grandi amici.

Il Motomondiale – la MotoGP


Nel 2002 la classe regina del Motomondiale cambia volto: arrivano le 4T 990 cc a soppiantare le vetuste, ma ancora competitive in alcuni circuiti, 500 2T. HRC tira fuori dal cilindro una bomba di moto, la RCV211 a 5 cilindri. Rossi domina letteralmente la stagione andando a podio in tutte le gare tranne Brno e centra il quarto alloro in carriera con 357 punti e 11 successi.

Il 2003 si apre tragicamente: prima il terribile incidente e poi la morte di Kato. La stagione vive sul duello tra Rossi e Gibernau. A spuntarla è ancora una volta Rossi che mette in bacheca il quinto titolo iridato della sua carriera. A fine 2003 decide di cambiare aria e passare in Yamaha per una nuova sfida.

Nel 2004 inizia la sua avventura in Yamaha con la M1. L’inizio è un po’ in salita con una vittoria e due quarti posti. L’avversario è ancora Gibernau ma il risultato è lo stesso dell’anno precedente: sesto titolo mondiale con 304 punti e 9 successi

L’anno successivo arriva in Yamaha dal team Gresini Colin Edwards, ex compagno in quella 8 ore di Suzuka del 2001, con il quale instaura subito un rapporto di amicizia. L’avversario del Mondiale 2005 a sorpresa non è Gibernau ma Melandri. La stagione si chiude ancora con il settimo titolo iridato di Rossi e Melandri vice campione.

Per il 2006 cambia lo sponsor del team Yamaha, da Gauloises a Camel. La stagione è piena di episodi sfortunati: 3 ritiri clamorosi per problemi tra gomme e motore quando era in testa alla gara, tamponato da Elias a Jerez. Chiude secondo alle spalle di Hayden con 247 punti e 5 successi.

Nel 2007 Yamaha non può nulla contro l’accoppiata Stoner-Ducati. Valentino ci mette del suo vincendo 4 gare ma chiude terzo dietro anche a Pedrosa.

Per il 2008 Yamaha passa alle Bridgestone e nel team ufficiale arriva un certo Jorge Lorenzo. Delle prime 8 gare Rossi ne vince 3 ma il vero turning point della stagione è Laguna Seca con il sorpasso al Cavatappi su Stoner. Da lì ne porta a casa 5 di fila vincendo l’8° titolo in carriera.

Nel 2009 la sfida è con il compagno di squadra Jorge Lorenzo. Vince 6 gare, quanto basta per vincere il 9° ed ultimo mondiale in carriera.

L’anno successivo la sfida è ancora con Jorge Lorenzo ma l’infortunio al Mugello toglie Valentino dalla lotta per il titolo. Rientra in Germania chiudendo quarto alle spalle di Stoner, a Motegi si sportella con Lorenzo e vince la 46^ gara in Yamaha. Riesce a chiudere 3° con 233 punti.

Il biennio nero in Ducati 

A metà del 2010 decide di passare in Ducati per il 2011. Dai test però capisce che non sarà facile. L’annata è difficile, centra solamente un podio (Francia) e chiude al settimo posto in campionato in un finale di stagione funestato dalla morte di Simoncelli

Nel 2012 è ancora in Ducati insieme a Nicky Hayden. Va leggermente meglio rispetto all’anno precedente: 2 podi (Francia e Misano) e sesto posto finale. A metà del 2012 opta per rescindere da Ducati e tornare in Yamaha

Il ritorno in Yamaha – dalla vittoria ad Assen del 2013 all’annuncio del ritiro

Nel 2013 torna in Yamaha, la casa con la quale ha ottenuto i maggiori successi. Dopo il biennio amaro in Ducati con soli 3 podi, torna al successo ad Assen chiudendo al quarto posto con 237 punti.

La stagione 2014 è letteralmente dominata da Marquez ma Rossi centra 2 vittorie (Misano e Australia) chiudendo da vice campione

Per il 2015 parte con l’intenzione di giocarsi nuovamente il mondiale. Fa 12 podi in altrettante gare con 4 successi, va a podio anche ad Aragon, Motegi e Sepang e chiude quarto a Valencia dopo essere partito ultimo per la penalizzazione in seguito a quello che è successo a Sepang. Secondo ancora in campionato.

Nel 2016 è ancora secondo alle spalle di Marquez con 2 vittorie e 249 punti. A fine stagione Lorenzo lascia per la Ducati e in Yamaha arriva Maverick Vinales.

Per il 2017 Valentino e Vinales partono con l’obiettivo di vincere il titolo ma sarà ancora Marquez a prevalere, davanti a Dovizioso. Rossi chiude quinto con 208 punti e la vittoria, ultima in carriera, ad Assen.

Nel 2018 torna sul podio del Mondiale con la terza posizione finale alle spalle ancora di Marquez e Dovizioso mentre l’anno seguente chiude settimo con 2 podi.

La stagione 2020 è un calvario nonostante il terzo posto in Andalusia. E’ costretto a saltare due gare per Covid e rientra nelle qualifiche di Valencia 1. Chiude al 15° posto con 66 punti, il punteggio più basso in carriera fino a questo momento. Lascia il team factory Yamaha per passare in Petronas al fianco di Morbidelli.

L’inizio del 2021 è da incubo: 17 punti nelle 9 gare fin qui disputate, il bilancio più basso di tutta la carriera di Rossi nel Motomondiale.

Il 5 agosto 2021 in una conferenza stampa straordinaria annuncia il ritiro a fine stagione.

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Lo Sky Racing Team VR46 e la VR46 Academy


Dagli allenamenti alla Cava con Simoncelli ed altri piloti è nata l’idea della costruzione del Ranch di Tavullia, la base logistica degli allenamenti di tutti i giorni. E con la costruzione del Ranch nasce anche la VR46 Riders Academy, una vera e propria scuola motociclistica dalla quale sono usciti gli attuali piloti del Motomondiale Migno, Baldassarri, Manzi, Morbidelli, Bagnaia e Marini. Nel 2014, in partnership con Sky, nasce lo Sky Racing Team VR46, la squadra presente sia nel Motomondiale (tutt’oggi presente in Moto2 e MotoGP e fino al 2020 in Moto3) che nel CEV come Junior Team. Come proprietario dello Sky Racing Team può vantare il titolo Junior nel 2015 di Bulega e quello Moto2 nel 2018 con Pecco Bagnaia.

Automobilismo


Da sempre appassionato di automobilismo, nella carriera di Rossi ci sono le apparizioni a diversi Rally del Mondiale, le vittorie al Monza Rally Show (6 successi) ed i test con la Ferrari sia nel 2004 che nel 2008.

L’11 dicembre 2019 a Valencia, grazie allo sponsor in comune Monster, Valentino Rossi e Lewis Hamilton si sono scambiati i mezzi con il Dottore che ha provato la Mercedes W08 e l’inglese che è salito sulla M1 ufficiale.

Ha inoltre partecipato, sempre a dicembre 2019, alla 12h del Golfo sul tracciato di Abu Dhabi insieme a Uccio Salucci e Luca Marini sulla Ferrari del team Kessel vincendo la categoria PRO AM

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