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MotoGP: Honda Repsol tra paura e confusione

© Milagro

Le inattese dichiarazioni rilasciate da Pol Espargaró dopo il GP Spagna hanno messo a nudo una sorprendente realtà all’interno della Honda. Una realtà sintetizzabile con una definizione: confusione. "Non so se ho fatto una buona o una cattiva gara. Non posso saperlo, perché non ho modo di parametrarmi a nessuno, perché ogni pilota Honda ha corso con un pacchetto differente. Io so soltanto di essere un dipendente della Honda, lavoro con ciò che mi viene fornito e con ciò che mi dicono di utilizzare".

Pol non si nasconde


In un ambiente chiuso e “estremo” come la Honda, ascoltare parole del genere da un proprio pilota deve essere stato uno shock. "Sono confuso, la stessa confusione che c’è nel team. Secondo me si lavora troppo individualmente e questo pregiudica il gruppo. Non posso aiutare, non posso essere aiutato e non posso nemmeno aiutare me stesso". Espargaró non ha potuto nascondere la frustrazione. "Il metodo di lavoro? È differente rispetto alle mie abitudini. Ho la sensazione di non sapere ciò che sta succedendo. L’unica cosa che posso fare è scendere in pista con la moto che mi viene fornita. Non so di che moto si tratti: è la moto che mi viene data" ha ripetuto.

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Le difficoltà di Marc


Poco dopo, Marc Marquez non ha smentito il nuovo compagno di squadra, anche se è stato meno radicale nel proprio commento. "In questo weekend ho compreso meglio dove dobbiamo lavorare. Ho avuto l’opportunità di seguire Bradl, Pol e Zarco. Ho visto che in certe aree siamo carenti. L’anno scorso non c’ero, e non so cosa sia stato fatto. La cosa più importante è non perdere il cammino. Nel 2015 lo persi e fu molto difficile ritrovarlo. Con quella esperienza, dico che voglio tornare dov’ero. È il momento di lavorare". Pur sentendosi “distrutto” a fine gara, Marc ha assicurato come il weekend si sia rivelato utile per sentirsi meglio fisicamente. E dire che l’otto volte iridato è stato protagonista di due cadute pesanti, in particolare quella di sabato mattina, nelle FP3. Marquez è scivolato alla Curva 7, schizzando come un missile contro l’air-fence. L’impatto è stato con la nuca e, come lui stesso ha confessato, dopo pochi minuti Marc ha perso la cognizione dei fatti, non ricordando l’accaduto.

Trasportato subito in ospedale per essere sottoposto a una TAC, l’esito negativo ha permesso a Marquez di tornare in pista già per le quarte libere. Scattato dalla quinta fila nel GP, il suo obiettivo in gara non era il risultato, e nel GP ha avuto momento confortanti, girando anche con tempi simili ai piloti di vertice. "Sono contento del risultato del GP. Con Mir e Zarco siamo andati anche forte, ma a quel ritmo le mie energie calavano rapidamente, così a otto giri dalla fine ho rallentato, aspettando che finisse la gara". Marquez ha aggiunto che lunedì mattina, a seconda dello stato fisico al risveglio del giorno post-gara, avrebbe deciso se partecipare ai test IRTA. "L’idea sarebbe quella di svolgere pochi giri, 30 o 40, ma giri 'di qualità', per avere le idee più chiare. Perché poi, fino a Le Mans non guiderò nuovamente una moto". Per chi era abituato a Marquez, questa versione così “umana” è persino spiazzante.

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