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Chicho Lorenzo: “Pedrosa e Lorenzo vittime di Marc Marquez”

Negli ultimi sette anni Marc Marquez ha conquistato sei titoli iridati in MotoGP grazie ad un eccezionale feeling che da subito ha avuto con la Honda RC213V e nessuno alla guida di questo mezzo riesce a fare, ad oggi, quello che fa lui. A parlare di questo è stato Chicho Lorenzo, padre e mentore del figlio Jorge, che sul suo canale Youtube ha dato la sua opinione, partendo dall’inizio, da quando lo spagnolo è approdato nel team Repsol Honda.

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Campione in carica della Moto2, il pilota di Cervera si affacciava nella top class, dove da subito riuscì a capire la moto, vincendo la prima gara al secondo GP. Lorenzo Senior racconta: “Quando Marquez è arrivato in Honda la moto era stata sviluppata da Dani Pedrosa ed era una moto facile da guidare. Ottenendo più risultati di Pedrosa gli ingegneri hanno iniziato a seguire le sue indicazioni, e lui ha uno stile di guida più fisico e aggressivo. La moto così ha cambiato personalità e la prima vittima è stata Pedrosa; la seconda è stato Lorenzo che non è stato capace di capire la moto, soprattutto non trovava il modo di avere fiducia con l’anteriore. Non andava solo piano, poi sono arrivati anche gli infortuni e alla fine si è arreso quando Honda aveva già iniziato a sviluppare la moto nella sua direzione per avere una moto più facile”.

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Ma non si tratta solo delle buone sensazioni alla guida della moto: “Una delle maggiori virtù di Marquez è la sua capacità di adattarsi. È competitivo nella maggior parte dei circuiti, non ha punti deboli. È capace di adattarsi a ciascun circuito, a qualunque curva e a qualunque circostanza. Ed è capace anche ad adattarsi ai problemi che sorgono nella moto, per esempio con le gomme, guardate la differenza che c’è tra lui e le Ducati ufficiali”.

Il successo è frutto di un grande lavoro dietro le quinte, anche sul fisico: Marquez ha dovuto lavorare molto sulla muscolatura, è praticamente un culturista. Con la sua forza e il suo stile di guida riesce a far fare alla moto quello che vuole”.

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