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Zarco, così non va!

Ha scelto uno dei grandi nomi del motociclismo francese, per uscire da una situazione complicata: Jean-Michel Bayle fu il primo europeo a dare una lezione ai  maestri americani nel Supercross, poi passò alla Velocità correndo anche in 250 con l’Aprilia nell’era di Max Biaggi e poi come pilota ufficiale Yamaha in 500. Bayle, 50 anni compiuti da poco, è ricomparso nel paddock dei GP a Le Mans. E l’impressione è che non si sia trattato di una fugace apparizione: Bayle, infatti, ha trovato un accordo con Johann Zarco per affiancarlo nel ruolo di coach. Un accordo che non sorprende, visto che lo scorso anno il pilota di Cannes si era rivolto proprio a Bayle per avere un consiglio al momento della separazione dallo storico manager-mentore Laurent Fellon: «Sono qui per aiutarlo – ha detto Bayle riferendosi a Zarco – per ora l’esigenza è quella di osservare e capire cosa succede». 

TRA HONDA E KTM - In qualità di ambasciatore della Honda, Bayle ha dovuto chiedere l’autorizzazione per lavorare con un pilota della KTM, un nullaosta che l’ex pilota ha ricevuto a una condizione: non indossare i colori della KTM. «Il primo obiettivo è imparare a controllare i nervi a prescindere dalle circostanze: quanto successo a Jerez di fronte alle telecamere non deve accadere» ha commentato Bayle, parlando dell’episodio del GP Spagna, quando le telecamere della TV francese pizzicarono Zarco mentre criticava aspramente la KTM e il livello della sua elettronica. «Chi desidera essere un campione deve mantenere la serenità, sempre, anche in pubblico, soprattutto se pretende che il suo team gli fornisca una moto migliore rispetto a quella che sta guidando».

UNDER PRESSURE - Quando l’argomento è la gestione della pressione, Bayle parla con cognizione di causa. Quando a 20 anni, da campione del Mondo di Motocross prima in 125 e poi in 250 decise di lasciare il Circus iridato per gli States Uniti, il francese fu costretto a sopportare una pressione enorme proveniente dai rivali e dagli appassionati americani. Bayle, però, vinse subito e il movimento americano si trovò di fronte all’inedito scenario dei propri migliori piloti battuti da uno straniero. 
Quando, a 23 anni, pensò di aver fatto tutto ciò che era immaginabile nel Motocross, Bayle si trasferì in Velocità, e non si lasciò irretire da un debutto – nel GP Francia del 1992 in 250 – tutt’altro che da sogno, dato che concluse all’ultimo posto, doppiato dal vincitore Loris Reggiani. Due anni dopo, però, Bayle era già pilota ufficiale Aprilia, e due anni dopo ancora, nel 1996, fu ufficiale Yamaha capace di partire in pole position due volte, a Brno nel 1996 e a Imola nel 1998. Per questo, se si parla di gestione psicologica delle situazioni difficili, Bayle è uno dei massimi esperti in questo sport.