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HRTD, Pedrosa: “Il 2018? Se il piano funziona…”

Nel 2018 festeggerà 18 anni di “matrimonio” con la Honda. Di Thanks Day organizzati dalla Casa Alata, Dani Pedrosa ne ha vissuti molti. Per questo, quando lo incontriamo in circuito a Motegi per un’intervista praticamente “dedicata”, ha lo guardo più rilassato e disponibile del solito. 
Lo spagnolo sa bene che quello di Motegi è il momento del relax, del divertimento e dei festeggiamenti con i fans dell’azienda a cui è legato da sempre, al termine di un anno in cui ha contribuito anche con il suo lavoro al raggiungimento del titolo di Marquez e a quello di costruttori. Fino ad un certo momento della stagione, la sua migliore degli ultimi anni, Dani è stato anche in lotta per la vittoria finale. 

- Due vittorie e sette podi nel 2017. Di certo, nonostante tu sia ormai un veterano della MotoGp, non ti sono mancati gli stimoli per andare forte…

“Avrei potuto forse vincerne anche un’altra ma è andata bene lo stesso. Sono soddisfatto dei podi e della striscia di risultati ma ciò che mi è mancato, quest’anno, è stata la capacità di rimanere nella top five quando non mi sono potuto giocare il podio a causa di ritiri, cadute o prestazioni non all’altezza”.

- Qual è stata la causa principale delle tue prestazioni deludenti?

“L’incapacità di capire come sfruttare al meglio le gomme in ogni situazione di guida e condizione di pista. Quest’anno abbiamo trovato spesso condizioni di asfalto bagnato magari al sabato e asciutto la domenica, o viceversa, con le quali non mi sono trovato al meglio. Devo migliorare nella gestione di queste situazioni e magari, per il prossimo anno, provare a chiudere quinto invece di decimo”. 

- Qual è l’aspetto più importante per te nella messa a punto della moto e quanto ha influito il tuo lavoro sullo sviluppo del motore per il 2017?

“Trovare il giusto compromesso ad inizio anno con la messa a punto del telaio, sospensioni e la ciclistica in generale. Tutti gli altri aspetti si possono migliorare ma se non hai una buona base da quel punto di vista rischi di andare fuoristrada ogni week-end. Per quanto riguarda lo sviluppo, credo che il mio lavoro sia servito molto nel raggiungimento dei risultati: dalla vittoria del mondiale di Marc al titolo Costruttori. Abbiamo fatto un gran bel lavoro durante i test e i round di gara”. 

- Soddisfatto dei primi test pre-2018?

“A Valencia è stato difficile fare un primo quadro generale perché abbiamo avuto il nostro primo approccio con la moto nuova, c’erano tante soluzioni e componenti da provare ed è stato un momento importante per me e per i tecnici. Sarà così anche a Sepang, in occasione dei prossimi test, dove proverò diverse soluzioni ma per ora, prima dell’arrivo dei nuovi pezzi dalla HRC, non mi aspetto nulla ed è troppo presto per capire cosa faremo nel 2018”.

- Il tuo peso è sempre un problema, in fase di guida? 

“Molte volte si, purtroppo. Purtroppo è un aspetto che non posso cambiare, ho provato con i tecnici a bilanciare la moto per aiutarmi in questa direzione e anche a mettere chili e massa ma la differenza rispetto agli altri è notevole. In fase di guida, l’avverto soprattutto quando c’è freddo o pioggia, ovvero quando la gomma non riesce a scaldarsi velocemente”.

- A Motegi sei di casa, ormai. Cosa ti piace di questo evento organizzato dalla Honda?

“Durante la stagione, quando sono in pista sono super-concentrato sulla moto, sulle gare e sulla prestazione da centrare mentre qui, in questo periodo dell’anno, la situazione è completamente diversa. La concentrazione è in modalità off e posso permettermi di rilassarmi, di divertirmi con i fans, di provare tanti mezzi diversi in pista e di confrontarmi anche con gli altri piloti delle altre specialità a due e quattro ruote in cui la “grande famiglia” Honda è coinvolta. Ho provato anche la F3 per cinque o sei giri ed è stata l’esperienza più bella che io abbia mai fatto al di fuori della MotoGP. L’anno scorso avevo provato la NSX, è stato divertente ma aveva l’abitacolo chiuso mentre con la F3 senti tutto il vento in faccia e la sensazione è più vicina ad una moto anche se la frenata e l’accelerazione sono completamente differenti. Mentre guidavo pensavo a quanta adrenalina in più può dare una F1…”

- Qual è il segreto della preparazione fisica di un pilota del tuo livello?

“Essere versatile. Non abbiamo molto tempo per guidare la moto al di fuori dei test e delle gare e quindi è importante tenere allenata ogni parte del corpo: differenziare gli sport è fondamentale per mantenere il giusto equilibrio fisico e mentale”.

Parti per vincere il mondiale, nel 2018?

“Ogni anno parto con l’obiettivo di migliorarmi. Ad inizio stagione facciamo un piano e ci diamo degli obiettivi ma spesso capita che non riesci a raggiungerli per vari motivi, a volte anche inaspettati. Io e la mia squadra abbiamo un piano per il 2018, vedremo quanto sarà difficile poi applicare ciò che ho in mente di fare oggi”.