di Riccardo Piergentili
Finalmente è finita. La
grande farsa è terminata. Stiamo parlando del
mondiale MotoGP, che dovrebbe essere la massima espressione dello
sport motociclistico internazionale e che, invece, è diventato qualcosa che somiglia molto a una
brutta commedia teatrale. Uno spettacolo pietoso, nel quale alcuni degli
eroi che si sfidano sul filo dei
300 km/h sono sembrati
attori alle prime armi. Uno
spettacolo pietoso, per colpa del quale
il motociclismo ha fatto una brutta figura, mostrando il suo lato peggiore,
dilettantistico più che professionistico. Al termine di questa farsa
tutti hanno perso qualcosa e niente sarà più come prima. Solo il
tempo potrà aiutare a dimenticare quello che si è visto
in circuito e quello che si è ascoltato
fuori dal circuito.
IL MONDIALE "SPAGNOLO" - In MotoGP la
polemica ha preso il sopravvento sullo
spettacolo e la sensazione della
presa in giro ha creato la voglia di denunciare qualcosa che era sotto gli occhi di tutti ma che gli
attori e la
compagnia teatrale negavano. Al GP Valencia, per fortuna,
Marc Marquez ha continuato a recitare la sua parte di
scudiero di Jorge Lorenzo, che, forse a causa della
gioia per la vittoria del mondiale, forse per colpa di un
pizzico di ingenuità o forse perché la sua
immagine pubblica troppo compromessa andava in qualche modo salvata, ha ammesso che
Marquez lo ha protetto, lo ha rispettato perché lui (
Lorenzo) era in
lotta per il mondiale (esattamente come
Rossi a Sepang). Quel
mondiale che è ora
di tutta la Spagna.
LA BRUTTA FIGURA DI MARQUEZ E DELLA HONDA - Parole pesantissime, quelle di
Jorge Lorenzo, che senza mezzi termini ha lasciato intendere che il
titolo iridato della MotoGP doveva essere della
Spagna e degli
spagnoli. Le parole di
Lorenzo, il quale ha dichiarato
"Il titolo, mio, nostro, della Spagna", hanno fatto fare una
pessima figura a Marquez, che da
Phillip Island in avanti ha corso in maniera a dir poco
anti sportiva, senza mai ammettere le sue condotte di gara faziose,
alla Honda, che ha difeso un pilota che stava
alterando l'esito di un mondiale favorendo un pilota Yamaha, e alla
Dorna, che ha agito in maniera
tardiva e scoordinata, permettendo a dei
ragazzi di farsi dei
dispetti come all'
asilo.
GRAZIE PEDROSA, BRAVO LORENZO - Al
GP Valencia tutto stava andando come da
copione, come
Marquez aveva immaginato, ma alla fine l'
onestà professionale di Pedrosa e le
dichiarazioni di Lorenzo hanno
mostrato a tutto il mondo il
trucco. Jorge aveva la
gomma posteriore massacrata e nel dopo gara ha spiegato che, per questo motivo, alla fine era
molto in difficoltà nelle curve a destra. Marquez giocava con
Lorenzo, che soprattutto nella prima parte del tracciato era molto
più lento del pilota della Honda, che però
non ha mai affondato il colpo. Mai un attacco, mai un'azione di disturbo. Molto
strano, considerando lo
stile di guida aggressivo di Marquez, che si è visto solo quando
Pedrosa lo ha attaccato. A quel punto
Marquez è tornato il demonio che tutti conoscono e per riprendersi la posizione
ha attaccato Dani, con decisione,
sfiorando le carene del
compagno di squadra.
PER FORTUNA, LA FINE - Marc Marquez ha
trasformato il motociclismo in uno
sport che oggi
ci piace meno del passato. Probabilmente
Marquez vincerà tantissimo, perché le sue doti atletiche e di guida sono indiscutibili. La
carriera di Marc, però, sarà
macchiata per sempre da questa vicenda, che è addirittura riuscita ad
oscurare la
vittoria del mondiale di F1 di Lewis Hamilton. Tutto il mondo ha visto quello che è successo da
Phillip Island in avanti e, a
Valencia, Lorenzo ha confermato che i
sospetti di molti erano
fondati. Forse
Jorge avrebbe vinto il
mondiale anche senza l'
aiuto di Marquez. Forse no. Non lo sapremo mai.
Tra qualche anno, resterà
un nome (quello di Jorge Lorenzo)
su un libro. Per ora restano l'
amarezza e la
preoccupazione che il
motociclismo di domani è nelle mani di
piloti che non hanno più una
deontologia professionale.
Twitter: @Hokutonoken_79