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Gomme da paura in MotoGP

La caduta di Rossi è l’ultima di una serie e apre un caso: le nuove Bridgestone vanno scaldate e maneggiate con (molta) cura. Il problema c’è sempre stato, ma si è fatto più serio nelle ultime due stagioni con l’arrivo della monogomma. Il primo punto è questo: forse bisogna preparare in modo più meticoloso la gomma, utilizzando una tecnologia più evoluta. E appare strano che la Bridgestone non abbia mai dato ai team indicazioni precise e approfondite su come preparare queste gomme.

Le Bridgestone sono sempre state sofisticate ed estreme, e quelle di ultimissima generazione – cioè quelle adottate da quando c’è il regime di monogomma – lo sono ancora di più. Si tratta di gomme, soprattutto la posteriore, di peso e dimensioni notevoli, che permettono pieghe al di là delle leggi della fisica, che sono in grado di sopportare anche per 30 giri lo stress derivato da motori da 240-250 CV.

Sul numero di Motosprint in edicola una inchiesta sul misterioso mondo delle gomme della MotoGP.