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L'inchiesta: gli effetti della pandemia sul Motomondiale

© Milagro

La metà delle ruote, un fatturato più basso e pure una maggiore contrazione percentuale dei ricavi: dalla pandemia del Covid-19 la MotoGP ha subito un colpo persino più forte di quello ricevuto dalla categoria regina delle auto. La Formula 1 ha patito un crollo delle entrate dai 2,022 miliardi di dollari (1,7 miliardi di Euro) del 2019 agli 1,145 miliardi di dollari (963,4 milioni di €) pari a una diminuzione del 43,4%. Per la MotoGP invece i ricavi sono passati da 390 milioni di € a 215, ovvero c’è stato un calo del 44,9%.

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I numeri


Secondo il sito spagnolo Palco23, specializzato in informazioni economiche riguardanti lo sport, nel 2019 Dorna Sports aveva incassato dai circuiti 117 milioni di Euro, ossia il 30% del suo fatturato. Considerando che nei 19 GP del 2019 erano stati contabilizzati 2.863.113 spettatori in circuito, ogni spettatore aveva fruttato poco meno di 41 Euro alla Dorna. Il resto era rimasto nelle casse dei Promoter locali, che però avevano dovuto anche sostenere le spese organizzative. Nel bilancio 2019 i diritti televisivi avevano inciso per il 45%, essendo ammontati a 175,5 milioni, mentre altri 78 milioni di Euro (il 20% del totale) provenivano da sponsorizzazioni e pubblicità e il restante 5% dal merchandising e dalle vendite dirette in occasione di ogni GP. Tutto ciò aveva fruttato un utile netto di 57 milioni di €, in crescita rispetto al 2018. IL SOLE 24 Ore ha di recente pubblicato cifre leggermente superiori per il 2019: 129 milioni di Euro provenienti dagli organizzatori locali, 183 milioni per i diritti TV e gli stessi 78 dal comparto commerciale. Secondo l’autorevole quotidiano economico italiano, nel 2020 della pandemia i contributi dei Promoter locali sarebbero scesi a 30 milioni (-77%), i diritti TV a 129 (-30%), le sponsorizzazioni a 56 (-28%).

Oggi, con un calendario vicino alla normalità, il peggio sembra alle spalle, anche se Carmelo Ezpeleta, che dal 1994 è direttore generale di Dorna Sports e dal 1998 ne è amministratore delegato, ha confidato in occasione delle Colazioni Sportive di Europa Press di aver avuto un piano per fronteggiare una situazione persino peggiore: "Per l’ultimo Mondiale abbiamo contemplato le opzioni A, B e C. La A prevedeva la disputa di una quindicina di gare, la B di una decina impiegando soltanto due-tre circuiti e la C di fare tutte le gare nello stesso circuito in cinque settimane. Per fortuna siamo riusciti a realizzare la A". Anche se soltanto due location sono riuscite ad aprire a un pubblico peraltro ridotto: Misano, per due GP, e Le Mans. In occasione dello stesso incontro il numero uno di Dorna ha evitato di rispondere alle domande sugli effetti economici della pandemia, ma non ha nascosto che si è trattato di «Un impatto enorme che possiamo sopportare grazie alla forza di Dorna e dei suoi azionisti».

Poi ha avvertito che la ripresa arriverà non appena si potranno disputare 'stagioni normali', ossia con il libero accesso al pubblico sulle tribune e nei prati. Al Sole 24 Ore ha invece parlato Enrique Aldama, CFO (direttore finanziario) della Dorna dal 2001: "A causa della pandemia il 2020 è stato un anno difficile. L’organizzazione dei campionati senza spettatori in loco ha ridotto notevolmente gli introiti dai circuiti, in quanto i promotori locali non hanno venduto biglietti. Inoltre non abbiamo potuto offrire servizi di hospitality agli sponsor, mentre dal punto di vista televisivo, la riduzione da 20 GP a 15 ha influito sui proventi ricevuti dalle emittenti". Come ha spiegato Ezpeleta in una recente intervista rilasciata al Foro de Marcas Renombradas Españolas: "Il nostro campionato raggiunge 433 milioni di case attraverso gli accordi stipulati con le diverse emittenti, raggiungendo più di 200 Paesi che ricevono il segnale in diretta. La copertura mediatica riunisce 9557 rappresentanti di 55 paesi diversi".

La MotoGP è però soltanto la punta di diamante di Dorna Sports che organizza altri sette campionati delle due ruote: il mondiale Superbike, la Coppa del Mondo MotoE, il CEV, l’Asia Talent Cup, la British Talent Cup, la Northern Talent Cup e la Red Bull MotoGP Rookies Cup. Questa intensa attività ha fruttato nell’ottobre scorso a Dorna Sports l’ammissione al Foro dei brand rinomati spagnoli (FMRE), un’alleanza pubblico-privata delle principali imprese spagnole con marchi leader nei rispettivi settori.

Prima di Dorna Sports erano state ammesse soltanto quattro entità sportive, tutte calcistiche: Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid e La Liga (il campionato di A e B presieduto da Javier Tebas). Ezpeleta ha precisato sempre al Foro de Marcas Renombradas Españolas l’effetto domino: "L’internazionalità non porta soltanto benefici al campionato stesso, garantendo la crescita dei tifosi nei mercati meno maturi o nei Paesi chiave o consolidandoli in quelli più esperti (come Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Giappone, Malesia, Thailandia, Australia o Indonesia), ma crea anche un’opportunità indescrivibile per lo sviluppo della regione ospitante. Un GP attira una media di 150.000 spettatori durante ogni fine settimana e circa 107.000 di loro trascorreranno almeno una notte fuori casa, stimolando il turismo locale e incoraggiando il settore dell’ospitalità a operare a pieno regime durante il fine settimana del Gran Premio".

L'avvento del digitale


La continuità aziendale appare garantita dai contratti - validi fino al 2026 - firmati con costruttori e team: tutti i protagonisti sono rimasti nel Mondiale in tempo di pandemia e non lo lasceranno nel prossimo quinquennio. Merito anche del contributo “salva-team” elargito un anno fa, utile per le squadre più piccole. Nel frattempo la Dorna ha annunciato una ristrutturazione interna, con la creazione di una nuova area commerciale globale diretta da Manel Arroyo, storico responsabile delle attività “media”. Una novità contestuale all’uscita, dopo 20 anni, di Pau Serracanta dal settore commerciale. In questa fase la Dorna ha anche accelerato la transizione digitale, una chiave del suo piano strategico. L’intento è allargare la fan base sui social, che supera i 30 milioni di persone, con Instagram che in cinque mesi è passato da nove a dieci milioni di followers.

Vanno in questa direzione gli account Snapchat, TikTok e Twitch, e la creazione di MotoGP Fantasy (il fantacalcio applicato ai GP), così come i videogiochi e persino le MiniGP World Series. Quest’ultima idea è nata non soltanto per produrre i campioni di domani, ma anche per avvicinare diversi segmenti di popolazione, i giovani e i genitori, da tramutare in appassionati da “coltivare” nei decenni a venire. Tante vie per un unico obiettivo: reggere l’urto di una situazione difficile quanto imprevista.

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