Al netto del cronometro, che parla di due decimi di distacco dal miglior giro del compagno di marca Fabio Quartararo alla prima uscita ufficiale con la Yamaha V4, Toprak Razgatlioglu sta avendo un grande merito: quello di mettere un po’ di “pepe” su una griglia di partenza della MotoGP annichilita e stordita, nella stagione appena con clusa, dallo strapotere di Marc Marquez. Una delle tematiche di maggiore interesse della versione 2026 della top class del Motomondiale, infatti, sarà proprio il percorso di avvicinamento del tre volte iridato della Superbike alle zone alte della classifica.
A Valencia, il turco ha stupito tut ti per approccio, metodo ed efficacia: l’ha fatto nel box (leggerete i retroscena nelle prossime pagine) e anche in pista, come ha evi denziato lo stesso Quarta raro, sorpreso dal debutto di Toprak sulla M1. Se dovesse andare bene nell’anno dell’esordio, si riproporrebbero i vecchi paragoni con i suoi predecessori (Troy Bayliss e Cal Crutchlow, tanto per citarne due) e il vecchissimo dualismo riguardo la qualità dei piloti della MotoGP e della Superbike. Nel caso in cui Toprak dovesse raggiungere in fretta le posizioni che contano, potrebbero essere riviste alcune gerarchie che oggi sembrano piuttosto consolidate. E, allo stesso tempo, potrebbero calare alcune quotazioni di piloti che oggi sembrano essere saldamente inseriti nel cerchio magico degli intoccabili della categoria. Soprattutto considerando il fatto che altri “piccoli Toprak” stanno crescendo e puntano decisi a un posto nel club che conta. Leggere Nicolò Bulega per credere… BUONA LETTURA