Gli oltre 311.000 spettatori arrivati a Le Mans per la MotoGP fanno capire bene cosa significhi il motociclismo per gli appassionati francesi. Il successo di pubblico della 24 Ore di poche settimane fa è lì a dimostrarlo, se ce ne fosse bisogno. Un pubblico che non si è spostato di mezzo centimetro anche quando la pioggia ha fatto capolino sul circuito, scurendo la zona del paddock e più di un volto al suo interno. Un pubblico che ha festeggiato la vittoria di uno dei suoi due beniamini (l’altro era Quartararo, anche lui in “odore” di podio prima che una scivolata rovinasse la sua tuta tricolore ma soprattutto l’umore), l’outsider per eccellenza: Johann Zarco.
Tra i piloti più sottovalutati del Circus, nonostante i due titoli iridati nella Moto2, le 18 vittorie e i 62 podi in 284 gare fin qui disputate, il portacolori della squadra di Lucio Cecchinello è riuscito in una delle imprese che gli riescono meglio: sbara gliare la concorrenza su un asfalto bagnato e dif f icile da interpretare. Una condizione per la quale servono grande sensi bilità di guida, talento ma anche coraggio e un pizzico di follia. Tutte caratteristiche che a Johann non sono mai mancate. Zarco ha riportato la Honda ma soprattutto il Team LCR di Lucio Cecchinello sul tetto della MotoGP, due anni dopo l’ultima vittoria di Alex Rins (Austin 2023). E ha ricordato a molti il periodo degli anni 2016-2019, quando non era raro ritrovare la squadra italiana sul podio grazie alle prestazioni di Cal Crutchlow (un altro che di coraggio, follia e talento non mancava). L’abbraccio emozionato tra pilota e manager sotto il podio e gli occhi lucidi di Johann mentre saluta la “marea umana” di Le Mans, sono tra le cartoline più belle del motociclismo. Uno sport in cui anche gli underdog hanno una chance di trovare… un posto al Sole. BUONA LETTURA!