        Venerd&igrave; 29 giugno 1984, quando si present&ograve; in pista per le qualifiche del GP Olanda classe 125, Maurizio Vitali s&rsquo;era ripromesso una cosa: evitare a tutti i costi di fare la pole. Cos&igrave;, pensava, avrebbe verificato se la maledizione di cui si sentiva vittima era realt&agrave; o fantasia. Durante quella stagione era partito al palo gi&agrave; in tre occasioni, finendo sempre nei guai, per un motivo o per l&rsquo;altro. L&rsquo;obiettivo, poi riuscito, era la prima fila ma senza aver siglato il miglior crono, per capire se cos&igrave; la sfortuna l&rsquo;avrebbe ignorato. Il giorno della gara, dopo le schermaglie iniziali, la strategia sembrava funzionare: il romagnolo, 27 anni, guidava la corsa e gli veniva tutto facile. L&rsquo;indicatore della temperatura dell&rsquo;acqua, sullo zero, non lo preoccupava: si sar&agrave; rotto lo strumento, pens&ograve;. Invece, funzionava eccome. Era al massimo, non al minimo: il calore aveva fatto fare il giro alla lancetta! Il bicilindrico due tempi della sua MBA alz&ograve; bandiera bianca, smentendo la tesi della pole stregata e confermando una teoria pi&ugrave; datata: quando la vittoria sembrava l&igrave;, a un passo, ne succedeva sempre una. Il caso pi&ugrave; eclatante un paio d&rsquo;anni prima a Misano, con una rottura a meno di un giro dalla bandiera a scacchi mentre si preparava per un finale di fuoco contro nientemeno che il futuro 12+1 volte campione del Mondo Angel Nieto. In qualche modo ai forfeit tecnici Vitali impar&ograve; a farci l&rsquo;abitudine, mentre le luci della ribalta non l&rsquo;hanno mai visto a suo agio. Nel 1983 a Imola, circondato da tifosi e curiosi dopo il primo successo nel Motomondiale, ignor&ograve; tutti e rientr&ograve; a casa senza tante cerimonie. Di vittorie ne colse due, ma potevano essere di pi&ugrave;. Innamorato della guida ma poco attratto dall&rsquo;aspetto tecnico dei mezzi con cui ha corso, compens&ograve; con l&rsquo;istinto ci&ograve; che mancava sul fronte della conoscenza. Uno stile improntato sulla forza, che conobbe una svolta nel 1983 quando il romagnolo ricevette una rivelazione: in un contesto sacro, avrebbe visto un paio d&rsquo;angeli avvolti in un fascio di luce e ascoltato un coro di voci bianche. Si trovava invece a bordo pista durante un turno di prove della classe 500: furono Freddie Spencer e Kenny Roberts a &ldquo;confidargli&rdquo; il segreto.  Continua nella prossima pagina EWC, 8 Ore di Suzuka: Suzuki al via col team CN Challenge Maurizio Vitali si racconta  Cosa accadde?  &ldquo;A Jarama, ero in compagnia del mio futuro cognato, che voleva scattare qualche foto. C&rsquo;era una doppia curva a sinistra: i primi a passare frenarono tardi e forte, entrarono con la forcella schiacciata, abbastanza &lsquo;impiccati&rsquo;, poi via in accelerazione. A un certo punto, ecco Spencer e Roberts: toccarono i freni prima degli altri e con maggiore delicatezza. Cos&igrave; le moto si scomposero meno e quando andarono a piegare l&rsquo;assetto non era in crisi. Avevano molta pi&ugrave; velocit&agrave;, una cosa impressionante. Pi&ugrave; tardi, quando scesi in pista per il mio turno, replicai quel modo di guidare. Non fu una cosa elaborata mentalmente, era come se l&rsquo;avessi assorbita in modo naturale. Fui rapidissimo: feci la mia prima pole. Fu una svolta&rdquo;.  E in gara?  &ldquo;Andai in testa, ma il motore inizi&ograve; a calare. Eugenio Lazzarini mi riprese e mi super&ograve;. A quel punto, secondo le mie impressioni, rallent&ograve;. Forse voleva agevolare il rientro del suo compagno di squadra, Nieto, che correva in casa ed era attardato. In uscita da una curva stretta esit&ograve; nell&rsquo;aprire il gas. Nel giro successivo fece la stessa cosa e mi spazientii. Nella sinistra successiva, da quarta marcia, feci una manovra da matto: lo passai all&rsquo;esterno prendendomi un bel rischio, perch&eacute; oltre l&rsquo;asfalto c&rsquo;erano appena venti centimetri d&rsquo;erba e un guard-rail. In uscita allargai il gomito per scansarlo. Non ricordo se ci toccammo&rdquo;.  Eri uno aggressivo?  &ldquo;Se serviva, mi facevo rispettare. Gli equilibri si stabilivano cos&igrave;. Sempre in quella gara, poco dopo venni raggiunto da Nieto. Visto il mio motore, fiacco, mi affianc&ograve; sul rettilineo e inizi&ograve; a stringermi contro il muretto dei box. Tutt&rsquo;altro che intimorito, semmai arrabbiato perch&eacute; senza problemi tecnici forse avrei vinto con 20 secondi di vantaggio, praticamente gli lanciai la moto addosso. Lui se ne accorse in tempo e mi evit&ograve;&rdquo;. Come fin&igrave;?  &ldquo;Pensavo che una volta al parco chiuso ci saremmo messi le mani addosso. Che lui fosse arrabbiato. Invece, non mi disse nulla. Da quel giorno, non mi ha pi&ugrave; ostacolato&rdquo;.  L&rsquo;anno prima, a Misano, tu e Nieto avevate battagliato fino all&rsquo;ultimo giro.  &ldquo;Eravamo disposti a tutto. Per quanto mi riguarda, anche a combinare dei danni. Come da copione, il mio bicilindrico cal&ograve; e sul dritto ero penalizzato. Nonostante tutto, nel giro decisivo ero davanti: prevedevo un attacco di Nieto all&rsquo;ultima curva, ma non ci arrivai, perch&eacute; la moto mi moll&ograve; prima. Colpa di una vite larga tre millimetri e lunga 1,5&rdquo;. Lo spagnolo, tagliato il traguardo da vincitore, si ferm&ograve; a bordo pista e venne caricato su un&rsquo;ambulanza: era acciaccato, reduce da una caduta la settimana prima mentre correva con una Honda 500. Fu Nieto il tuo rivale pi&ugrave; tosto?  &ldquo;S&igrave;, senza dubbio. Veloce, grintoso, intelligente, ambizioso, determinatissimo. Anche generoso. Penso all&rsquo;ultima gara del 1984. Anche se aveva gi&agrave; vinto il titolo della 125, corse al Mugello perch&eacute; la Garelli, per la quale era ufficiale, voleva monopolizzare il podio. Oltre a lui e Lazzarini, schierava Fausto Gresini. Ero il pi&ugrave; veloce, ma Nieto ci prov&ograve; comunque. Poteva accontentarsi, invece cadde e si fece pure male&rdquo;.  Quella fu la tua seconda vittoria nel Motomondiale, la prima era arrivata un anno prima a Imola: un&rsquo;emozione particolare?  &ldquo;Nemmeno tanto. Finita la corsa, attorno alla mia tenda si radun&ograve; un sacco di gente. Ma io non vedevo l&rsquo;ora che se ne andassero via tutti. Praticamente li ignorai, continuando a sistemare la mia roba. Raccolsi la tenda canadese, caricai tutto sul furgone e me ne andai. Non mi interessava apparire, anzi, ero piuttosto solitario, nel paddock. Pensavo a correre e basta. Nemmeno vincere era una priorit&agrave;. Una volta fui contentissimo per un 10&deg; posto dopo una bagarre esaltante&rdquo;.  Continua nella prossima pagina &nbsp; Vitali: l'intervista  Nel 1984, l&rsquo;avvio fu notevole: sempre in pole nei primi tre GP.  &ldquo;A Misano in gara chiusi secondo, in Spagna e Germania mi ritirai. A quel punto iniziai a pensare che finire primo nelle qualifiche portava male. Due GP pi&ugrave; tardi, in Olanda, evitai apposta di fare la pole: siglavo il primo tempo provvisorio, tornavo ai box e rientravo soltanto quando dal monitor notavo che ero sceso in seconda fila. In quel periodo ero in stato di grazia, giravo forte e mi veniva facile. Stavo ancora sfruttando il segreto rubato a Roberts e Spencer&rdquo;.  Come and&ograve; in gara ad Assen?  &ldquo;Ero davanti, quando vidi che la temperatura era a zero. Pensavo si fosse guastato l&rsquo;indicatore, invece era alle stelle! Colpa di un tubicino del radiatore, che mi lasci&ograve; senza acqua, cottura completa. Doppia beffa: oltre a veder evaporare una possibile vittoria, dovetti mettere mano al portafogli per pagare i danni&rdquo;.  Come gestivi i fondi?  &ldquo;Mi compravo la moto e ci andavo a correre. La assemblavo io stesso, anche se di tecnica ne masticavo poco. Mentre gli altri giocavano con la carburazione, io non cambiavo nemmeno i getti del massimo. Dell&rsquo;Orto 160, lo ricordo ancora. Feci tutta la stagione con quelli. A un certo punto mi sponsorizz&ograve; un marchio di birra, Stella Artois. L&rsquo;importatore era di Bellaria come me e un giorno mi chiese di stilare un budget. Dopo averlo messo su carta, preoccupato da somme che mi sembravano troppo alte, iniziai a tagliare qua e l&agrave;. Quando gli presentai la cifra, mi disse: &lsquo;Dove vuoi andare con questi? Sono pochi!&rsquo;. Mi diede di pi&ugrave;, ma alla fine non bastavano comunque&rdquo;.  Nel 1985 eri in 250 da ufficiale Garelli, compagno di squadra di Nieto.  &ldquo;Lui aveva un motore pi&ugrave; spinto del mio, veloce ma anche pi&ugrave; cattivo e difficile. Angel era a fine carriera, all&rsquo;anagrafe aveva dieci anni pi&ugrave; di me che ne avevo 28, aveva meno motivazioni. Non si qualificava nemmeno. La domenica diceva al team di montare il suo bicilindrico sulla mia moto. In gara poi, mi ci voleva qualche giro per adattarmi all&rsquo;erogazione. La Garelli era ben messa come cavalli, ma si rompeva. La ciclistica era nata gi&agrave; vecchia: lunga d&rsquo;interasse, era bassa e con poca escursione nelle sospensioni, l&rsquo;angolo del cannotto di sterzo troppo aperto. Nel guidarla, sembrava di dover spostare un camion&rdquo;.  Con te la Garelli 250 venne sviluppata?  &ldquo;Non grazie al mio contributo. Non fui molto utile perch&eacute; non riuscivo a dare indicazioni. Faceva parte del mio modo di essere e di guidare: se non giravo abbastanza forte, ci mettevo pi&ugrave; cattiveria. Non cercavo di capire e sistemare&rdquo;.  Hai mai cambiato approccio, da questo punto di vista?  &ldquo;No. Nel 1986 in Svezia ottenni il miglior piazzamento in 250, un quarto posto in condizioni miste. L&igrave; la Garelli andava bene perch&eacute; le curve sopraelevate ne valorizzavano la stabilit&agrave; e c&rsquo;erano pochi punti in cui serviva maneggevolezza. Poi andammo a Misano, dove pensavo di volare. Invece, nelle prove ero lento. Rientrato ai box buttai l&igrave; una proposta senza troppe basi: chiesi di allungare i rapporti, una corona con tre denti in pi&ugrave;. Funzion&ograve;: conquistai la prima fila. Ma fu una botta di c&hellip; E comunque in gara mi ritirai dopo qualche giro per un problema tecnico. Tanto per cambiare&rdquo;.  Rimpianti?  &ldquo;In 250 a un certo punto emerse la possibilit&agrave; di andare in Yamaha. Avevo ricevuto un&rsquo;offerta da Giacomo Agostini, ma poi i giapponesi imposero un pilota del Sol Levante e sfum&ograve; tutto. Avevo anche offerte da Honda, che scartai, e Aprilia. Andai a Noale e mi presi una settimana per riflettere. Pensai: loro hanno Loris Reggiani, non &egrave; pi&ugrave; bello se io resto alla Garelli, un altro italiano su moto italiana, e vediamo cosa succede? C&rsquo;era pi&ugrave; poesia. Per la mia carriera fu uno sbaglio. E l&rsquo;ho pagato&rdquo;.        

"Vinsi due gare in carriera: poche se penso ai numerosi guai meccanici, ma tante se rifletto sui mezzi a disposizione e sulla mia conoscenza tecnica, non certo infnita"

Maurizio Vitali: "Scelsi la Garelli. C'era più poesia, ma pagai quella scelta"

        Tavullia &egrave; pronta per ospitare l'ormai rinomato evento "Tavullia in Moto", in programma dal 5 al 7 settembre, la celebre parata di campioni che intratterr&agrave; fan e appassionati e che far&agrave; da slancio al GP di Misano previsto dal 6 all'8 settembre. Piazza Dante Alighieri sar&agrave; il palcoscenico della fortunata kermesse che si snoccioler&agrave; in tre giorni in cui non mancheranno, oltre ad alcuni tra i protagonisti della classe regina del motomondiale, anche spazi per la musica e per l'intrattenimento a tema motori.&nbsp; MotoGP orari, GP Aragon 2024: programmazione Sky e TV8 Tanti i protagonisti in azione: da Pecco Bagnaia ai piloti del team Pertamina VR46 Giovedi 5 settembre, con il commento di Mauro Sanchini, presentatore per l'occasione, scenderanno in azione i piloti della VR46 Riders Academy, tra cui anche ovviamente il campione del mondo in carica della MotoGP Pecco Bagnaia e del team Pertamina Enduro VR46 con Fabio Di Giannantonio e Marco Bezzecchi; e poi ancora Luca Marini, Andrea Migno, Franco Morbidelli e Celestino Vietti. Tavullia In Moto proseguir&agrave; nella giornata di venerd&igrave; 6 settembre con il concerto della tribute band per Vasco Rossi "Roxy Bar", con annessa cena nelle vie del paese in collaborazione con ASD Tavullia Vallefoglia. Nella giornata di sabato 7 settembre la musica sar&agrave; ancora una volta la protagonista con Radio Studio Pi&ugrave; ad accompagnare il raduno delle Harley Davidson. Tra le attrazioni della kermesse ci saranno anche le acrobazie degli stunt della FMX International e, per concludere, il concerto dei Jbees, con il gran finale dei fuochi d'artificio.&nbsp;  GP Arag&ograve;n: "prima volta" Bagnaia, "seconda casa" Marquez, occhio a Bastianini        

Alcuni tra i protagonisti della MotoGP scenderanno sulle strade di Tavullia alla vigilia del GP di San Marino

Tavullia in moto: la parata delle stelle della MotoGP dal 5 al 7 settembre

        L'ultimo weekend d'estate (31 agosto e 1 settembre),&nbsp;a Piazzola sul Brenta ci saranno due eventi dedicati al mondo dei motori e alla solidariet&agrave;: The Pink Night Bikers e la quarta edizione di Motori in Piazzola. L&rsquo;ingresso a entrambi gli eventi, che rappresentano un appuntamento per gli appassionati e per chi desidera contribuire a nobili cause, &egrave; gratuito. Sono momenti volti a combinare passione motoristica e impegno sociale, con la solidariet&agrave; come filo conduttore della manifestazione che vedr&agrave; raccolte fondi destinate a iniziative sociali di grande valore. Le manifestazioni In particolare, sar&agrave; sostenuto il progetto della Societ&agrave; Cooperativa Sociale "Il Graticolato", finalizzato alla costruzione di un Centro diurno specializzato nell&rsquo;assistenza e nell&rsquo;educazione di persone, soprattutto giovani, con disturbi dello spettro autistico. Verr&agrave; poi promossa l&rsquo;iniziativa "In moto con l&rsquo;Africa", che, in collaborazione con Medici con l&rsquo;Africa Cuamm, offre assistenza sanitaria a persone malate nei villaggi africani remoti, grazie a piccole moto agili e a basso costo, trasportandole negli ospedali pi&ugrave; vicini. Non mancher&agrave; l&rsquo;impegno nella lotta contro la violenza sulle donne. Il programma avr&agrave; inizio sabato 31 agosto con "The Pink Night Bikers", una serata dedicata alle donne biker per sensibilizzare l&rsquo;opinione pubblica sulla violenza di genere e valorizzare il ruolo femminile nella societ&agrave;. L&rsquo;evento vedr&agrave; la partecipazione di biker provenienti da tutto il Veneto, che attraverseranno la suggestiva piazza Camerini, di fronte alla storica Villa Contarini. Questo raduno rappresenta un&rsquo;importante occasione per sfidare gli stereotipi di genere e promuovere un&rsquo;immagine attiva e protagonista delle donne, sia nella guida che nella vita quotidiana. FRANCO PICCO SAR&Agrave; OSPITE DOMENICA&nbsp; Domenica 1&deg; settembre sar&agrave; invece dedicata alla quarta edizione di "Motori in Piazzola", una giornata interamente focalizzata sui motori con la partecipazione di ospiti d&rsquo;onore come Franco Picco, leggendario motociclista, Miki Biasion, due volte campione del mondo di rally, e Luigi Pirollo, storico copilota di rally. Luciano Sandon&agrave;, Presidente della Prima Commissione consiliare della Regione Veneto, ha dichiarato che &ldquo;il mondo dei motori a due ruote ha un&rsquo;anima femminile e profondamente solidale. Per questo motivo, promuoviamo con orgoglio questa manifestazione che coniuga passione e impegno sociale. AUTOVELOX NON OMOLOGATI, DENUNCIATI SINDACO E POLIZIA PER INCASSI MILIONARI       

L'appuntamento, programmato per il 31 agosto e 1 settembre,&nbsp;sar&agrave; accompagnato da The Pink Night Bikers, serata dedicata alle donne in sella e contro la violenza di genere&nbsp;

Motori e solidarietà in scena a Piazzola sul Brenta

        Il Babes Great Escape torna anche quest&rsquo;anno, con la settima edizione. E come location vedr&agrave; ancora una volta la Maremma, terra ormai nota alle tante ragazze che nel corso degli anni hanno partecipato a questo raduno: qui infatti si sono svolte ben cinque edizioni, dato che soltanto nel 2019 il raduno si &egrave; spostato in Sabina. Moto, una passione senza et&agrave; | Io Guido da Sola Babes Great Escape: il programma  A organizzarlo, come sempre, Rosaria Fiorentino, creatrice di Donne Special e presidentessa di WIMA Italy (Women international motorcycle association). Il programma del Babes Great Escape &egrave; gi&agrave; stato stilato in ogni suo dettaglio: tre giorni di full immersion tra motogiri, gare di go-kart, lezioni di meccanica e tanto divertimento. Il tutto ha avuto inizio il 19 luglio, per concludersi domenica 21: &ldquo;Il formato sar&agrave; sempre lo stesso &ndash; si legge nella brochure &ndash; libere nella natura, dai pensieri e dai doveri, dormire in tenda nel sacco a pelo, svegliarsi e decidere come rendere indimenticabile ogni momento. D&rsquo;altronde Babes Great Escape significa proprio questo, ovvero &ldquo;la grande fuga delle donne&rsquo;&rdquo;. L&rsquo;evento, che &egrave; nato dopo la creazione del gruppo Donne Special (donne che avevano voglia di prendere parte a tour in moto in compagnia), vedr&agrave; un breve viaggio verso Bolgheri il sabato, al ritorno gara di go-kart per tutte, e la domenica non soltanto motogiri. Chi vorr&agrave;, potr&agrave; partecipare alle lezioni di meccanica (e di vita vissuta on the road) di Dino Romano. &nbsp; A fare da cornice, ovviamente, come in ogni motoraduno che si rispetti, canti, balli, buon cibo. Il tutto in compagnia. Le ragazze che vi partecipano, ormai, sono veterane di questo appuntamento, ma non mancheranno anche le nuove arrivate: tra consigli sulle moto, ma anche sui pi&ugrave; svariati argomenti, saranno tre giorni di condivisione, moto e natura. &ldquo;Alla domenica sera &ndash; dice Rosaria Fiorentino &ndash; sono tante le ragazze che decidono di restare ancora un po&rsquo;, prima di ritornare alla solita routine quotidiana. Per questo organizziamo anche un aperitivo continuando a divertirci e a condividere la nostra grande passione che &egrave; la moto&rdquo;. A un appuntamento come questo &egrave; difficile rinunciare: un modo per staccare la spina per un fine settimana, trascorrendo tre giorni di pura spensieratezza. Un amore nato nel fango | Io Guido da Sola       

Un weekend in Maremma con le ragazze motocicliste di questo raduno

Babes Great Escape, fuga dalla routine | Io Guido da Sola

        Le sempre pi&ugrave; numerose ragazze che decidono di correre in moto, partecipando ai vari campionati, lo fanno per i pi&ugrave; disparati motivi: senza dubbio sono unite dall&rsquo;obiettivo di ottenere il miglior risultato possibile, ma nel caso di Silvia Comincioli, c&rsquo;&egrave; anche la volont&agrave; di superare i propri limiti, mettendosi in gioco. Silvia, che ha 31 anni ed &egrave; mamma di Viola, una bimba di quasi tre anni, ha iniziato &ldquo;tardi&rdquo;, passando dal campionato 12 pollici al CIV Femminile e all&rsquo;europeo WEC. Si &egrave; trattato senza dubbio di un grandissimo salto, commisurato alla sua bravura, visto che nella prima uscita della stagione, a Misano, ha ottenuto un settimo (WEC) e un sesto posto (CIV). Alessandra Mancini, il genio degli assetti | Io Guido da Sola La storia di Silvia Comincioli  Come per tanti, la sua passione per le due ruote &egrave; emersa grazie al paP&agrave;, e si &egrave; evoluta dopo aver conosciuto colui che &egrave; diventato il suo compagno di vita: &ldquo;Da piccola facevo i raduni in Vespa con pap&agrave; &ndash; racconta &ndash; e a 14 anni ho avuto il mio primo motorino. La moto, invece, i miei genitori non me l&rsquo;hanno voluta comprare, l&rsquo;ho fatto io quando gi&agrave; vivevo per conto mio. All&rsquo;inizio facevo da &lsquo;zavorrina&rsquo; al mio compagno, poi mi sono fatta la moto anch&rsquo;io e da l&igrave; &egrave; nata la voglia di girare in pista. Ho capito che era qualcosa che avevo dentro da sempre, e nel 2019 ho deciso di iniziare a gareggiare&rdquo;. L&rsquo;esordio nel primo campionato 12 pollici non &egrave; stato per&ograve; fortunato per Silvia che, come mi ha ricordato, &egrave; stata &ldquo;stesa&rdquo; alla prima curva, rompendosi terzo e quarto metacarpo della mano. Ma la pilota di Manerbio (Brescia) &egrave; stata pi&ugrave; forte della cattiva sorte: &ldquo;Nel 2020 a causa del Covid non ho potuto gareggiare, poi sono rimasta incinta della mia bimba e una volta nata, quando aveva nove mesi, ho iniziato davvero a gareggiare. Ho fatto il mio esordio in gara da mamma&rdquo;. Dopo due wild card affrontate nel 2023, in questo 2024 Silvia partecipa a tutti gli effetti a due campionati molto importanti: &ldquo;Le wild card sono state un banco di prova &ndash; aggiunge &ndash; per capire se potevo correre ed essere competitiva, e cos&igrave; &egrave; stato. Quest&rsquo;anno gareggio con il Team Motoxracing&rdquo;. L&rsquo;inizio della stagione &egrave; stato promettente: &ldquo;Mi sono sentita bene e questa &egrave; la cosa pi&ugrave; importante &ndash; conclude &ndash; a quattro giri dalla fine ho messo da parte la tensione. Partecipare al campionato &egrave; un sogno che si &egrave; avverato. La mia bimba viene sempre con noi in circuito, &egrave; bello condividere con lei questa passione, soprattutto ci tengo a farle capire che non bisogna mai mollare, in qualsiasi sport, anche se si &egrave; &lsquo;vecchi&rsquo;. Se si ha un obiettivo, va cavalcato finch&eacute; non si taglia il traguardo&rdquo;. Giorgia Blasigh si ritira | Io Guido da Sola       

La 31enne partecipa a CIV Femminile e WEC assieme a... sua figlia Viola

Silvia Comincioli, una passione ereditaria | Io Guido da Sola

        Saranno le colline toscane, e nello specifico quelle che circondano Chianciano Terme, a ospitare dal 26 al 28 giugno la 77&ordf; edizione del Rally FIM, l&rsquo;ormai storico raduno annuale considerato un appuntamento imperdibile per i mototuristi provenienti da tutta Europa e non soltanto. La prima edizione risale al 1936, quando si tenne a Berlino: da l&igrave;, anno dopo anno, il luogo che ha ospitato l&rsquo;evento &egrave; cambiato, ma gli obiettivi sono rimasti gli stessi, cio&egrave; privilegiare il divertimento in moto e la sana competizione. Saidatul Zakirah Zairin, dal Brunei al WEC | Io Guido da Sola Il Rally FIM  L&rsquo;Italia si aggiudic&ograve; il Rally FIM nel 1950 a Groningen, in Olanda, e c&rsquo;&egrave; voluto soltanto il Covid per fermare questa manifestazione per due anni, per poi riprendere a pieno regime subito dopo. Oltre a essere un evento unico nel suo genere, quest&rsquo;anno il Rally FIM ospiter&agrave; al suo interno anche il Women&rsquo;s World Challenge: un trofeo, istituito da FIM e FederMoto italiana, con l&rsquo;intento di incoraggiare la partecipazione femminile al motoraduno. Ma l&rsquo;iniziativa rappresenta anche la testimonianza di come la nostra Federazione tenti in ogni occasione possibile di &ldquo;intercettare&rdquo; la voglia di moto delle donne. Ad aggiudicarsi tale trofeo sar&agrave; la Federazione che parteciper&agrave; con il maggior numero di donne, che siano conduttrici o passeggere. Attenzione, per&ograve;, il Paese ospitante, in questo caso l&rsquo;Italia, non pu&ograve; essere in competizione per questo specifico premio che va ad aggiungersi ai 15 Challenge gi&agrave; istituiti per le tre giornate. Poco importa, comunque, perch&eacute; per tutti i partecipanti sono state organizzate nel dettaglio giornate in moto e tour davvero unici in posti bellissimi da vedere. Insomma, anche questa volta il lavoro della Commissione femminile FMI &egrave; stato super: pensate a tutto l&rsquo;impegno necessario per far avvicinare sempre pi&ugrave; donne alle due ruote e per sostenere coloro che gi&agrave; fanno parte di questo mondo. Un plauso alla FMI, quindi, anche per un ulteriore progetto &ndash; per la sostenibilit&agrave; ambientale &ndash; messo in atto in vista del Rally: portare un migliaio di moto per le strade della Toscana significa aumentare considerevolmente le emissioni, e per questa ragione 80 bambini delle scuole primarie di Chianciano Terme hanno piantato, nei giorni scorsi, trenta gelsi bianchi. Trenta, proprio come le Nazioni partecipanti al Rally che alla fine delle tre giornate riceveranno in dono proprio una di queste piante. Quando le cose vengono fatte nel modo giusto e con attenzione ai particolari, sono ancora pi&ugrave; belle. Il ritiro di Giorgia Blasigh | Io Guido da Sola       

La 77&ordf; edizione sar&agrave; all&rsquo;insegna di un trofeo al femminile e dei... gelsi bianchi

Rally FIM, tra quote rose e natura | Io Guido da Sola

        Neppure quando la pattuglia degli azzurrini Junior e Youth dovr&agrave; vedersela nel 2024 con i giovani svedesi in un cambio generazionale &ldquo;Made in Sweden&rdquo; gi&agrave; annunciato che ha preso spunto proprio da quello &ldquo;Made FMI&rdquo; del Progetto Pata Talenti Azzurri.  Questo perch&eacute; nel Progetto Pata Talenti Azzurri FMI Enduro c&rsquo;&egrave; tutto da imparare. Prima di tutto i valori di una maglia; quella Azzurra dell&rsquo;Italia, ricca di motivazioni, voglia di crederci, di fiducia, come per chi a scuola ha superato gli esami di maturit&agrave; e ora si trova davanti ai primi esami del corso di laurea dello sport preferito in cui dovr&agrave; andare anche oltre le proprie capacit&agrave;. Se la storia aveva scritto in passato i successi di Simone Albergoni, Thomas Oldrati, Alessandro Botturi, Davide Soreca con l&rsquo;allora Team Italia, pi&ugrave; recentemente sono stati i Talenti Azzurri dell&rsquo;enduro italiano a brillare con Andrea Verona, Matteo Cavallo, Manolo Morettini, Enrico Rinaldi, Morgan Lesiardo, Lorenzo Macoritto.  Il progetto Pata Talenti Azzurri FMI nel 2024 coinvolger&agrave; ben 70 piloti di 8 diverse specialit&agrave;, di cui questi 13 dell&rsquo;enduro. Per vivere da vicino il Progetto Pata Talneti Azzurri abbiamo seguito sulla pista di Vercelli il secondo raduno dei giovani azzurrini.&nbsp;&nbsp;ANDREA BALBONI E ALEX ZANNI STAFF TECNICO ENDURO FMI PROGETTO PATA TALENTI AZZURRI&ldquo;Ci siamo trovati nei primi due raduni di Rosolina a Mare e Vercelli su terreni sabbiosi con tutti i giovani piloti del Progetto Pata Talenti Azzurri FMI Enduro che NEL 2024 prenderanno parte al Campionato Mondiale e Europeo. L&rsquo;occasione &egrave; servita non solo per un allenamento, ma per verificare anche i relativi tempi sul fettucciato di altri top rider legati sempre alla Maglia Azzurra; Oldrati, Bernardini, Lesiardo, Pavoni, Cavallo. Abbiamo diviso i weekend in due differenti programmi finalizzati a lavorare sulle varie tipologie di terreni, resistenza fisica con i piloti che sono rimasti in moto per alcune ore. Questo perch&eacute; quando i piloti si allenano su piste aperte al pubblico non si riesce a pianificare nei dettagli aspetti di tecnica che possono agevolare i pi&ugrave; giovani. Sabato, abbiamo effettuato prove cronometrate. Al pomeriggio abbiamo simulato una gara di 20 minuti a inseguimento partenza dal pilota pi&ugrave; lento al pi&ugrave; veloce. La domenica si &egrave; invece articolata di 30 minuti cronometrati di un giro singolo e due manche cronometrate sempre di 30 minuti a inseguimento. Sia a Rosolina, come pure a Vercelli i ragazzi si sono allenai su terreno sabbioso. A inizio febbraio ci sposteremo per due settimane in Sardegna e All&rsquo;Elba su tracciati di enduro classico simulando prove di Extreme Test, Cross Test, Enduro Test per curare molto gli aspetti tecnici. Sono state presenti anche la Nocera e altre quattro ragazze allenandosi in previsione di schierare una formazione Women in Maglia Azzurra alla Sei Giorni in Spagna&rdquo;.&nbsp;&nbsp;PARLA CRISTIAN ROSSI COMMISSARIO TECNICO ENDURO FMI&nbsp; &nbsp;Quanti e dove sono stati programmati i raduni per i giovani piloti dell&rsquo;enduro del Progetto Pata Talenti Azzurri FMI 2024?&ldquo;I raduni collegiali invernali sono cominciati nei weekend del 6 e 14 gennaio su terreni sabbiosi per complessivi 4 giorni di allenamenti. Successivamente vi saranno stage in Sardegna e all&rsquo;isola d&rsquo;Elba per un totale di 20 giorni. &nbsp;Avete seguito anche la preparazione dei singoli piloti a livello personale prima dei raduni?&ldquo;Non nei dettagli perch&eacute; ciascun pilota ha un proprio metodo e rispettivi preparatori. Comunque ci si confronta sempre tra me, Balboni e Zanni per eventuali consigli&rdquo;.&nbsp;Come impostate la giornata di allenamenti?&ldquo;Dipende dal periodo, comunque si alternano lavori di tecnica&nbsp;con&nbsp;allenamenti&nbsp;specifici e tracciati adatti all&rsquo;enduro e relative prove speciali, come hai potuto verificare a Vercelli&rdquo;. &nbsp;Su cosa lavorate maggiormente durante gli allenamenti?&ldquo;La priorit&agrave; &egrave; data alla tecnica di guida; consigli pratici su come impostare traiettorie, posizione in sella e seduti o sulle pedane, in base al terreno. Cerchiamo di trasmettere quello che potrebbe essere il miglior feeling di guida sui vari tracciati controllando i loro tempi sul giro&rdquo;.&nbsp;Come saranno seguiti i piloti che parteciperanno al Mondiale Enduro Junior e Youth e i quattro al Campionato Europeo?&ldquo;Gli Junior Under 23&nbsp;ricevono una borsa di studio e viaggiano soli. Gli Youth della EnduroGP e Europeo vengono accompagnati alle gare dai tecnici FMI. Ci prendiamo carico di loro all'aeroporto di partenza e li seguiamo in tutta la trasferta fino al luned&igrave; successivo la gara con la FMI che organizza viaggio hotel auto a noleggio e ci&ograve; che serve&rdquo;. &nbsp;Chi vedi meglio tra gli azzurrini al Mondiale Junior e Youth?&ldquo;Per i piloti con gi&agrave; qualche anno di esperienza&nbsp;&egrave; giunto il momento di&nbsp;raccogliere i frutti del lavoro svolto. Diciamo che come FMI ci aspettiamo qualche risultato di rilievo anche dai pi&ugrave; giovani della Youth che nel finale di stagione 2023 hanno dimostrato di poter stare nelle posizioni che contano&rdquo;.&nbsp;Dopo la Sei Giorni in Argentina 2023 caratterizzata dalla presenza in Maglia Azzurra di alcuni giovani, alle prossime Sei Giorni vedremo sempre pi&ugrave; giovani in gara senza per&ograve; dimenticare piloti gi&agrave; affermati sotto i 30 anni, tra cui Verona (24 anni), Cavallo (29), Pavoni (26) Bernardini (29), Lesiardo (25). &ldquo;La Sei&nbsp;Giorni&nbsp;&egrave; una gara completamente diversa dai GP del Mondiale. Certamente dobbiamo investire sempre pi&ugrave; sui giovani per accrescere la loro esperienza alla Sei Giorni. Le squadre necessitano per&ograve; di piloti gi&agrave; rodati in grado di affrontare tutte le varie situazioni di una gara articolata su sei giornate&rdquo;.Nel Progetto Pata Talenti Azzurri 2024 ci sono anche ragazze con una scelta di uguaglianza dei valori dello sport anche per le donne.&ldquo;Solo la Nocera fa parte del Progetto. A lei sono state affiancate per fare esperienza le prime 5 classificate del campionato italiano; Aurora Pittaluga, Elisa Givonetti, Sara Traini, Giulia Melighetti&rdquo;. &nbsp;GIOVANNI COPIOLI PRESIDENTE FMI&ldquo;Il progetto Pata Talenti Azzurri FMI ci ha dato grandi soddisfazioni nel corso degli anni e continueremo a lavorare per ottenerne ancora. Crediamo fortemente nei nostri ragazzi, che hanno sempre dimostrato di saper crescere sia da un punto di vista professionale che sportivo. Ci aspettiamo un 2024 in crescita, in cui la passione sar&agrave; ancora l&rsquo;elemento fondante di gare molto partecipate&rdquo;. &nbsp;QUESTI I PILOTI 2024 &nbsp;Campionato MondialeJunior: Manolo Morettini (15.9.2001- Honda-RedMoto EJ1), Enrico Rinaldi (4.1.2001-GASGAS EJ1), Kevin Cristino (26.10.2003-Fantic EJ1); Women: Francesca Nocera (23.101993-Honda-RedMoto); Youth: Alberto Elgari (21.9.2005-TM), Valentino Corsi (2.7.2005-Fantic), Pietro Scardina (29.5.2005-Fantic), Manuel Verzeroli (8.7.2005-KTM), Luca Colorio (20.10.2005-Husqvarna). Campionato Europeo Youth: Davide Mei (2.10.2005-Beta), Simone Cagnoni (23.6.2006-GASGAS), Riccardo Pasquato (23.12.2006-Fantic), Thomas Bastiani (4.2.2005-Fantic). &nbsp;&nbsp;&nbsp;       

Il sogno continua perch&eacute; nel Progetto Pata Talenti Azzurri FMI Enduro c&rsquo;&egrave; sempre stato il gusto di agguantare il destino sull&rsquo;onda di un&rsquo;impresa, come hanno fatto negli ultimi anni Matteo Cavallo, Andrea Verona, Kevin Cristino divenendo campioni del mondo.

PROGETTO PATA TALENTI AZZURRI ENDURO FMI PRONTI PER IL CAMBIO GENERAZIONALE

        &Egrave; la tua prima sessione di test dopo una sosta ai box, sei ripartito. Ti hanno appena detto che non stai girando male e allora vuoi dimostrare che puoi migliorare ancora. Rettilineo, il polso destro ruota la manopola del gas fino a fine corsa, sei raccolto per migliorare l&rsquo;aerodinamica, il casco &egrave; schiacciato sul serbatoio e, oltre al rumore del tuo motore, senti anche quello di chi ti &egrave; alle spalle. Il giro lanciato prosegue ma, inserendoti in un lungo curvone, ti accorgi che hai inserito una marcia troppo lunga e, mentre vedi la ruota anteriore di chi era alle tue spalle a fianco del tuo ginocchio, pensi: &ldquo;Ora mi passa&rdquo;. Butti gi&ugrave; una marcia, tieni il gas spalancato, ma il pneumatico posteriore prende di colpo grip e vieni proiettato in avanti mentre assieme all&rsquo;altro pilota rotoli nella via di fuga. &ldquo;OK, ma almeno non mi ha passato!&rdquo;. &Egrave; l&rsquo;esperienza di una sessione in pista raccontata da Matteo Grattarola, due volte iridato Trial2, protagonista della TrialGP, nonch&eacute; 14 volte campione italiano Outdoor. Quella giornata di una ventina d&rsquo;anni fa a Valencia, con una 125 utilizzata nell&rsquo;Europeo si concluse con uno scafoide rotto. &ldquo;Fu Piermario Donadoni, CEO di Metis, a invitarmi a Valencia, mentre la Dainese mi forn&igrave; tutto il vestiario. Ad affiancarmi fu Luca Boscoscuro che, insieme ai tecnici, mi spieg&ograve; come si guidava una moto in pista&rdquo; racconta il quasi trentaseienne. Andrea Riva, campione "per caso" | Storie Italiane Matteo Grattarola e l'amore per il Trial  Avevi esperienza sull&rsquo;asfalto? &ldquo;No, perch&eacute; le moto carenate sulle strade aperte al pubblico mi facevano paura. Dopo qualche giro per prendere confidenza, chiedendo soltanto di avere il cambio con la prima in basso e altre marce in alto, iniziai a inanellare giri. Quando tornai ai box mi dissero che stavo andando bene: rientrai galvanizzato e&hellip; mi sdraiai&rdquo;. Fu l&rsquo;unica sessione in pista? &ldquo;S&igrave;, anche se successivamente mi chiamarono per provare a correre: scelsi di continuare con il Trial, dove stavo iniziando ad andare bene&rdquo;. Com&rsquo;era nata la tua passione per le due ruote? &ldquo;Ai tempi dell&rsquo;asilo, il mio vicino di casa Gianvittorio Malugani aveva un&rsquo;officina dove sistemava anche moto da Trial. In vetrina c&rsquo;era una Yamaha PW e tutti i giorni dopo l&rsquo;asilo passavo a guardarla. Un giorno, stufo di vedermi in officina, Gianvittorio mi disse: &lsquo;Portala a casa che non ti sopporto pi&ugrave;! Usala e quando sarai grande me la riporterai!&rsquo;. Usavo quella moto anche per andare e tornare dall&rsquo;asilo: i miei genitori dovevano corrermi dietro! Ma un giorno mi schiantai contro un muro e divenne inutilizzabile. Purtroppo Gianvittorio era venuto a mancare, e quando consegnai la PW per ripararla, fu l&rsquo;ultima volta che la vidi&rdquo;. Quale fu la prima moto da Trial? &ldquo;Una Fantic monomarcia, seguita da una Beta e una Techno 50: mi allenavo con mio cugino Pep Ciresa e Pietro Agostoni (entrambi piloti di livello nel campionato italiano, nde). A mettermi su una moto da Trial fu per&ograve; Beppe Arrigoni, che mi segu&igrave; sia in allenamento che nelle prime gare&rdquo;. Torniamo a quei test in pista: potevi diventare un avversario del tuo amico Danilo Petrucci. &ldquo;Ai tempi del Minitrial, entrambi correvamo con le monomarcia e legai subito sia con Danilo che con suo padre. Poi, un anno corsi nel Minicross con una Honda 85 prestata da Alfredo Ciresa di HM, per il quale facevo il tester e le foto per i cataloghi delle moto da bambino, e cos&igrave; ritrovai Danilo nei crossodromi. Dopo quell&rsquo;esperienza tornai al Trial e un giorno ci siamo ritrovati in un raduno delle Fiamme Oro: da allora capita di sentirsi e, raramente, vedersi&rdquo;. Tra i tuoi amici c&rsquo;&egrave; anche Toni Bou con il quale hai condiviso lunghi periodi di allenamento. &ldquo;&Egrave; nato tutto nel 2011 quando espressi a Toni il proposito di allenarmi in Spagna. Mi lasci&ograve; il suo numero e quando gli dissi che sarei partito alla ricerca di un albergo, mi volle ospitare a casa sua. Condividemmo quell&rsquo;appartamento per venti giorni e da allora sono tornato tutti gli anni&rdquo;. Come definisci la vostra amicizia? &ldquo;Ci sentiamo per confrontarci, ci divertiamo a guardare le partite di calcio, in particolare quelle del Barcellona e del Milan, oltre a sfidarci alla Playstation. Ricordo che quando si fidanz&ograve; con Esther andavo da loro e, sentendomi in debito, ero disponibile a compiere qualunque faccenda per ringraziarli dell&rsquo;ospitalit&agrave;!&rdquo;. A chi ti sei ispirato da piccolo? &ldquo;Consumavo le videocassette della Mondocorse, stravedevo per Dougie Lampkin che guidava la Beta Techno del 1997&rdquo;.  Matteo Grattarola si racconta  Com&rsquo;&egrave; la giornata tipo di Matteo Grattarola? &ldquo;Mi sveglio alle 7.30, accompagno mio figlio Achille all&rsquo;asilo (ma, sorridendo, la compagna Martina dice che il pi&ugrave; delle volte &egrave; lei a farlo, nde), poi alle 9.30 inizia l&rsquo;allenamento con Angelo Colombo, il mio seguidores, fino all&rsquo;ora di pranzo. Nel pomeriggio decidiamo se proseguire con un po&rsquo; di zone Indoor, oppure Outdoor nel caso la mattinata sia trascorsa su ostacoli artificiali, ma se l&rsquo;allenamento &egrave; andato bene torniamo a casa. Nel periodo estivo, invece, dopo l&rsquo;allenamento usciamo in bici&rdquo;. Nel 2018 sei passato dalla GASGAS due tempi alla Montesa 4T e, contemporaneamente, dalla TrialGP alla Trial2: una scelta coraggiosa e rischiosa perch&eacute; eri obbligato a vincere. &ldquo;&Egrave; stata una scommessa per tutti! Mi trovavo bene con il team di Claudio Favro ma cercavo nuovi stimoli. All&rsquo;Indoor di Marradi del 2017 dissi a Gino Sembenini che mi sarebbe piaciuto correre con una Montesa. Qualche tempo dopo ricevetti una telefonata di Gino e, con un po&rsquo; di paura, visto che tecnicamente il 4T non sembrava a livello della concorrenza, accettai. Nel 2018 ho vinto l&rsquo;Europeo, l&rsquo;italiano Indoor e Outdoor, e il Mondiale della Trial2!&rdquo;. Nel 2020 sei tornato al due tempi per il secondo titolo. &ldquo;Gi&agrave; alla fine del 2018 con il Team Sembenini pensavamo di passare in TrialGP: volevamo una moto simile a quella ufficiale ma il progetto non &egrave; andato in porto, e ho continuato nella Trial2. Sapendo che per correre in TrialGP serviva una moto con un motore simile a quello ufficiale, ci siamo resi conto che non avremmo potuto ottenere quanto ci aspettavamo, cos&igrave; sono passato alla Beta, con cui ho corso la terza stagione in Trial2, conquistando il titolo a Lazzate. Da l&igrave; sono tornato in TrialGP: allenandomi, vedevo che non ero lontano dai piloti della categoria, cos&igrave; io e il team ci abbiamo provato, e ho chiuso al quarto posto&rdquo;. Ponte di Legno 2022: cosa ricordi del successo nella classe regina? &ldquo;Me la sono tatuata quella data! Mai avrei pensato di poter vincere a 34 anni una gara della categoria pi&ugrave; importante. Avevo ottenuto dei podi e in Germania ero andato vicinissimo al successo, a Ponte di Legno ho completato l&rsquo;opera&rdquo;. Preferisci il &ldquo;no stop&rdquo; o lo stop? &ldquo;A noi piloti va bene tutto, ma credo che la soluzione migliore sia quella del tempo massimo per terminare la zona permettendo al pilota di fermarsi. Inserendo un sistema che scandisce il tempo, con un display visibile a tutti, sarebbe anche pi&ugrave; semplice il lavoro del giudice di zona&rdquo;. Quali caratteristiche deve avere la tua moto? Anni fa avevi detto di usare un ammortizzatore con tarature buone soltanto per te. &ldquo;Ogni pilota ha le sue esigenze. Amo i motori che forniscono una grande coppia in basso&rdquo;. Quale moto vorresti per una tua collezione? &ldquo;Ho appesa in casa la Montesa con cui ho vinto il titolo, poi mi piacerebbe avere la Beta e infine la GASGAS 2017. Ce l&rsquo;ha Andrea Tron (storico tecnico e amico di Grattarola, nde), ma non me la vuole vendere: e pensare che la usa per andare in giro insieme ai figli!&rdquo;. Andrea Petrella, Fabrizio Moretto, Zep Ciresa, Matteo Poli e Angelo Colombo ti hanno seguito nella tua carriera: come li descrivi? &ldquo;Con Andrea sono cresciuto molto e ho vinto i primi titoli, ha aiutato anche molti giovani. Fabrizio mi seguiva soltanto in gara e ancora oggi abbiamo un bellissimo rapporto. Anche mio cugino Zep mi ha aiutato molto, mentre con Matteo abbiamo condiviso due stagioni di gare, viveva qui da me, ed eravamo insieme 24 ore su 24. Angelo &egrave; al mio fianco dal 2018: all&rsquo;inizio lavorava nell&rsquo;azienda del padre poi, un paio d&rsquo;anni fa, in accordo con la sua famiglia ha scelto di seguirmi a tempo pieno&rdquo;. Recentemente ti abbiamo visto dispensare consigli a un gruppo di ragazzini durante il Beta Day: vedremo in futuro una Grattarola School? &ldquo;Mi piacerebbe. Adam Raga, per esempio, ha fatto un bellissimo lavoro e, quando smetter&ograve;, mi piacerebbe aiutare i giovani a crescere. Vedrei per&ograve; pi&ugrave; una Grattarola&ndash;Colombo Trial School, perch&eacute; mi piacerebbe continuare il cammino con Angelo&rdquo;. Tuo figlio Achille seguir&agrave; le tue orme? &ldquo;Sarebbe bello se giocasse a tennis e diventasse bravo come Jannik Sinner. L&rsquo;importante &egrave; che trovi la sua strada&rdquo;. Chi senti di dover ringraziare? &ldquo;I miei genitori, la mia fidanzata Martina, che spesso rimane a casa da sola con Achille, chi mi ha sostenuto. Da Beppe Arrigoni fino a oggi, Angelo Colombo e sua moglie Sara, il Gruppo Sportivo Fiamme Oro, il Team Beta&rdquo;. La straordinaria avventura di Alex Belometti | Storie Italiane       

"La mia unica esperienza nella Velocit&agrave; si concluse con un infortunio. Meglio fuori dalle piste, dove mi sono laureato campione del Mondo"

Matteo Grattarola: "Il Trial, la mia scelta giusta" | Esclusiva

        Questa &egrave; una storia che nasce da un passaggio dato in auto, e vede come protagonista un ex pilota che, per caso, si ritrova nuovamente in gara. No, non &egrave; l&rsquo;inizio di una puntata di &ldquo;Blu Notte&rdquo; di Carlo Lucarelli, ma si tratta di una storia sportiva e a lieto fine. Un&rsquo;avventura che ha quel sapore tipico degli anni &rsquo;70 e &rsquo;80, quando anche alcuni tra i migliori piloti erano costretti a lavorare per mantenersi, e che vede come protagonista Andrea Riva, ventiseienne di Sotto al Monte, una piccola cittadina della Bergamasca. Mancano pochi giorni alla prova del campionato italiano Indoor di San Severino Marche e Luca Petrella, pilota ufficiale GASGAS, ha un problema tecnico al furgone, per questo chiede aiuto a Riva. Il quale, da pochi mesi, ha appeso il casco al chiodo ma, vista l&rsquo;occasione, decide di correre in quella particolare gara aiutato da Riccardo Cattaneo, seguidores di Petrella. Il resto, lo racconta lo stesso Andrea. La straordinaria avventura di Alex Belometti | Storie Italiane La storia di Andrea Riva  Ma chi &egrave; Andrea Riva e com&rsquo;&egrave; nata la passione per il Trial?  &ldquo;&Egrave; stato mio padre Doriano a trasmettermela: &egrave; sempre stato un appassionato di moto, in particolare Fuoristrada, e ha corso sia nell&rsquo;Enduro che nel Trial&rdquo;.  Quando hai iniziato ad andare in moto?  &ldquo;Cominciai per gioco a cinque anni con una Minicross, a otto vidi un&rsquo;esibizione di bicitrial, nel quartiere Citt&agrave; Alta di Bergamo. Mio padre cap&igrave; che mi era piaciuta, e allora mi compr&ograve; una biketrial usata. Era una bici &lsquo;scassata&rsquo; con la quale mossi i primi passi ma poi, vedendo che mi stavo appassionando, i miei genitori mi regalarono un modello pi&ugrave; bello con il quale, a dieci anni, partecipai alla mia prima gara a Gandino&rdquo;.  Come and&ograve;?  &ldquo;Confrontandomi con gli avversari, mi resi conto di avere un livello molto basso, cos&igrave; nel periodo invernale lavorai per migliorare. Avevo preso a cuore il biketrial e ricordo che, sotto casa, allestimmo un&rsquo;area Trial dove mi allenavo giorno e notte! Infatti, capitava di utilizzare i fari della macchina per illuminare l&rsquo;ostacolo da superare. Gi&agrave; allora ero curioso, testardo, preciso e continuavo a provare fino a quando non ci riuscivo. Fu cos&igrave; che nel 2008 chiusi al secondo posto nell&rsquo;Italiano e nel 2012 vinsi sia l&rsquo;Assoluta nell&rsquo;Italiano che il titolo iridato nella categoria Minime, dedicata agli Under 15&rdquo;.  Nel 2013, sempre con il Team Future Trial, passasti ai motori.  &ldquo;Iniziai ad andare sulla moto da Trial nel 2012 con una Beta 125 poi, con la mia famiglia, decidemmo di passare dalla bici alla moto. Non fu un debutto facile e nel 2014 cominciai con la TR3 125. Arrivando dalla bici, faticavo nelle zone guidate mentre in quelle Indoor non avevo particolari problemi&rdquo;.  E come superasti quel momento di difficolt&agrave;? &ldquo;Guardavo i video su Youtube e cercavo di mettere in pratica i trucchi una volta salito in moto. La mia fortuna &egrave; stata che mio padre &egrave; sempre stato molto bravo a percepire se e quando facevo i giusti movimenti affrontando gli ostacoli. Successivamente ho partecipato ai collegiali FMI ma, soprattutto nel primo periodo, ad aiutarmi sono stati i fratelli Chiappa (piloti di ottimo livello negli Anni &rsquo;80 e &rsquo;90) con Ivano che, una volta a settimana, mi seguiva in allenamento. Poi nel 2015 ho corso da privato assistito da Fabio Viscardi, debuttando in TR2, mentre nel 2016 sono passato al Team Miton&rdquo;.  Il 2016 ti ha regalato la prima grande soddisfazione.  &ldquo;Nella gara dell&rsquo;italiano Trial Indoor di Marradi ho aperto le zone e sono riuscito a chiudere la prima manche alle spalle di Adam Raga e Matteo Grattarola. Questo mi ha permesso di accedere alla finale dove mi sono classificato terzo&rdquo;.  &nbsp; Andrea Riva racconta la sua avventura  Successivamente hai corso con Sherco e TRRS.  &ldquo;Terminati gli studi, ho lavorato per una catena di negozi di articoli sportivi, poi per&ograve; con la mia famiglia abbiamo visto che non riuscivo ad allenarmi. Per questo i fratelli Chiappa mi hanno offerto di lavorare nel loro panificio&rdquo;.  La vera svolta &egrave; arrivata quando sei passato in GASGAS. &ldquo;S&igrave;, oltre a correre ho iniziato a lavorare in GG Italia e oggi seguo il customer service e, da qualche tempo, sono anche il referente sia in gara che negli eventi. Infine, con la FMI, collaboro nel progetto dei Talenti Azzurri, con i corsi e i raduni collegiali&rdquo;.  Un impegno notevole che, in vista del 2023, ti aveva spinto a chiudere con le gare.  &ldquo;Nel 2023 dovevo correre con la GASGAS ma ho rifiutato perch&eacute; volevo tornare a studiare all&rsquo;universit&agrave;. Poi mi hanno proposto un cambio di mansione e dall&rsquo;officina sono passato al customer service e questo mi ha portato a un maggiore impegno a livello lavorativo. Quando, per&ograve;, Luca Petrella mi ha detto che aveva bisogno di un passaggio per partecipare all&rsquo;Indoor di Civitanova Marche ho chiesto ai miei colleghi del reparto marketing di preparare una moto per me. Era un mezzo del parco stampa a cui ho montato la frizione e due particolari che usavo sulla mia moto, e siamo partiti&rdquo;.  E torniamo all&rsquo;inizio della storia.  &ldquo;Ho chiuso al terzo posto e allora ho pensato di partecipare anche alle successive prove dell&rsquo;Italiano&rdquo;.  Come ti sei allenato per le tappe seguenti?  &ldquo;Posso dire che ho pi&ugrave; vissuto di &lsquo;rendita&rsquo; in questa stagione, curando maggiormente l&rsquo;aspetto psicologico. Andare alle gare con maggiore spensieratezza ha influito positivamente sul risultato finale. Ovviamente all&rsquo;ultima gara di Montecrestese, dove si decideva l&rsquo;assegnazione del titolo, la tensione era tanta, ma se ho raggiunto questa condizione &egrave; anche merito del mio attuale lavoro e dell&rsquo;essere riuscito ad aprirmi maggiormente a livello mentale. Ho avuto poco tempo per girare in moto, nel 2023 ho fatto soltanto 70 ore, e per mantenermi in forma vado a fare arrampicata in palestra e a camminare in montagna&rdquo;.  Quali sono i tuoi pregi e difetti?  &ldquo;A volte in gara divento troppo frettoloso e sbaglio, mi arrabbio con facilit&agrave; e poi ho sempre faticato a curare i rapporti con team e sponsor. Tra i pregi, direi la determinazione per raggiungere un obiettivo, il coraggio e la precisione&rdquo;.  In dieci stagioni di gare abbiamo visto al tuo fianco anche Chiara, tua sorella: quanto &egrave; importante per te avere al tuo fianco la famiglia?  &ldquo;Senza di loro nulla sarebbe stato possibile. Mio padre mi ha sempre supportato e seguito nelle mie scelte sportive. Mia mamma Ede ha sempre visto il Trial come qualcosa di positivo e anche oggi &egrave; al mio fianco nelle scelte sportive e lavorative. Mia sorella Chiara &egrave; la numero 1, mi segue sempre e ovunque, ha rinunciato al suo tempo libero per dedicarlo a me: gliene sar&ograve; sempre grato. Chiara, oltre a essere la mia prima supporter, ha sempre dato una mano facendo benzina, controllando la pressione dei pneumatici e portando lo zaino con gli attrezzi&rdquo;.  La tua famiglia &egrave; stata al tuo fianco anche nell&rsquo;ultima gara dell&rsquo;Indoor 2023.  &ldquo;Non capita spesso di giocarsi un titolo, e a Montecrestese ero comprensibilmente teso. Nelle settimane precedenti avevo vissuto due settimane di interrail in Spagna e questo mi ha aiutato a mantenere la mentalit&agrave; delle gare precedenti. Nella prima manche, per&ograve;, ho commesso un po&rsquo; di errori legati al poco allenamento, avevo i crampi alle braccia e alla fine ho sbagliato anche l&rsquo;ultima zona. Gianluca Tournour, invece, era partito molto bene ma poi ha avuto problemi alla moto: sono stato fortunato a entrare in finale. Mi spiace che Gianluca abbia avuto quel problema perch&eacute; mi sarebbe piaciuto giocarmi il titolo in finale, dove mi sono ripreso e a fine serata ho disputato lo spareggio con Luca Petrella&rdquo;.  Chi devi ringraziare per il titolo?  &ldquo;Il Dynamic Trial e in particolare Roberto Mazzola, GASGAS-KTM, e i miei amici, in particolare Salvo&rdquo;.  E dopo aver vinto il titolo in un gioved&igrave; sera di agosto, la mattina dopo Andrea &egrave; tornato al lavoro, festeggiando con quei colleghi a cui aveva chiesto una moto: tutto merito di un passaggio dato a un amico&hellip; I "Cavalieri di Motosprint": tutto pronto per i Caschi d'Oro       

"Quando il mio amico Petrella, ufficiale GASGAS, mi ha chiesto un passaggio per recarsi a una gara, ho deciso di cimentarmi. E da quel momento..."

Andrea Riva, campione "per caso" | Storie Italiane

        Dopo aver parlato di off-road e di domande scomode da non fare a una pilota, vi porto in Australia, la terra dei canguri e... delle motocicliste! Qui, infatti, il movimento femminile legato alle due ruote &egrave; in grande fermento e, come in Europa, gode di un grande supporto, quello della FIM e anche del Motorcycling Australia, la Federazione locale. La MotoGP vista dalle donne | Io Guido da Sola Movimento femminile in gran fermento  Come si pu&ograve; vedere dal loro sito internet ufficiale e dai loro canali social, la sezione al femminile della Federazione &ldquo;Aussie&rdquo; &egrave; tenuta in grande considerazione e non si rivolge soltanto alle ragazze pilota, ma al mondo del motociclismo a 360 gradi: quindi anche allenatrici, funzionarie e volontarie. E per entrare a far parte di questo mondo, o anche per chi gi&agrave; ne fa parte, per volersi fare pubblicit&agrave;, esistono sezioni apposite dedicate a ogni ambito. "Il motociclismo &egrave; uno sport emozionante e divertente &ndash; si legge dal sito &ndash; e mettersi in gioco non &egrave; mai stato cos&igrave; facile, non soltanto per chi guida. Puoi goderti il motociclismo e lo stile di vita che offre viaggiare in moto o gareggiare, ma anche facendo volontariato, allenando, organizzando, lavorando, supportando e osservando. Abbiamo creato diverse opportunit&agrave; organizzando eventi che includono lezioni di prova, corsi, competizioni e raduni, programmi di coaching e sviluppo e molto altro ancora. Ci sono tantissime discipline diverse, dove puoi sentire l&rsquo;adrenalina che tutti coloro che vanno in moto conoscono e amano&rdquo;. Il Comitato femminile Motorcycling Australia  Molto interessante &egrave; la sezione che si occupa di trovare lavoro all&rsquo;interno dell&rsquo;ambito motociclistico: &ldquo;Ci sono innumerevoli ruoli all&rsquo;interno del settore, dalla tecnica meccanica all&rsquo;organizzatrice di eventi. Dall&rsquo;amministratrice, alla fotografa, oppure giornalista, contabile, addetto all&rsquo;ambito vendite, marketing e sviluppo. Il Comitato femminile Motorcycling Australia &egrave; stato formato per aiutare a far crescere la partecipazione femminile a tutti i livelli di questo sport. Vi preghiamo di inviarci i vostri pensieri, feedback, domande, idee e input in modo che possano essere discussi nella nostra prossima riunione del Comitato. Non si sa mai... il tuo contributo potrebbe essere l&rsquo;ingrediente magico per far uscire pi&ugrave; ragazze e donne con un sorriso da un orecchio all&rsquo;altro!&rdquo;. Insomma, in Australia si fanno le cose per bene e il sito internet della Motorcycling Australia &egrave; una vera e propria risorsa: chiss&agrave; se tra le tante ragazze pilota c&rsquo;&egrave; una futura Casey Stoner o, perch&eacute; no, anche un&rsquo;erede dell&rsquo;ingegner Dall&rsquo;Igna che rivoluzioner&agrave; le moto del futuro. Mario e Dalila, matrimonio on the road | Io Guido da Sola       

La Federazione locale offre opportunit&agrave; alle donne in ogni ruolo del motociclismo

La rivoluzione "rosa" dell'Australia | Io Guido da Sola

        Questo fine settimana i piloti del British Superbike torneranno in azione per il quinto round stagionale, in programma sul circuito di Snetterton. Oltre ai soliti protagonisti, per&ograve;, ci sar&agrave; un importante ritorno, ovvero quello dello spagnolo Tito Rabat, che garegger&agrave; nuovamente nella massima serie d'oltremanica sia nel prossimo appuntamento, sia in quello di fine luglio a Brands Hatch. MotoAmerica: la Energica Eva Ribelle punta al podio a Laguna Seca Rabat al debutto a Snetterton e Brands Hatch  Il campione del mondo Moto2 del 2014, impegnato quest'anno in MotoE con Pramac e in SBK con Puccetti, far&agrave; cos&igrave; il proprio ritorno nel paddock del BSB dopo la poco fortunata parentesi dello scorso anno con Honda, ma questa volta garegger&agrave; per un vero e proprio top team quale McAMS Yamaha, andando ad affiancare l'australiano Jason O'Halloran in sella alla R1 lasciata libera da Tim Neave. &ldquo;Sono felice di poter correre di nuovo nel BSB, perch&eacute; &egrave; sempre un piacere gareggiare davanti ad un pubblico ricco di appassionati&rdquo;, ha detto lo spagnolo. &ldquo;Devo ringraziare il team McAMS Yamaha per questa opportunit&agrave;, visto che si tratta di una delle squadre di punta del campionato. Sar&agrave; una bella sfida, ma voglio dimostrare di poter essere competitivo anche qui&rdquo;. Crossover Cup: tutto pronto per la sfida di Misano tra le regine del mercato Franco Bourne al debutto con Honda Racing UK   Quella di Rabat non sar&agrave; l'unica novit&agrave; che vedremo in griglia questo weekend a Snetterton, visto che ci sar&agrave; un cambiamento di line up anche nel team Honda Racing UK. Complice l'assenza per infortunio di Andrew Irwin, out in seguito alla caduta nei test a Knockhill, in sella alla CBR1000RR-R della compagine capitanata da Havier Beltran salir&agrave; il giovanissimo Franco Bourne, al debutto assoluto nel British Superbike. Bourne &egrave; uno dei grandi astri nascenti del motociclismo britannico; appena due anni fa era impegnato nella British Talent Cup, ma ha poi dimostrato di avere grande talento anche con il passaggio a cilindrate superiori, brillando sia lo scorso anno in Superstock 600, sia in questo 2023 tra le Stock 1000, dove proprio con Honda &egrave; attualmente terzo in campionato. Sar&agrave; quindi certamente un nome da tenere d'occhio anche in Superbike. MotorPlay: il raduno per l'Emilia Romagna in perfetto "spirito dakariano"       

Oltre agli impegni in MotoE e SBK, lo spagnolo correr&agrave; anche nella serie britannica a Snetterton e Brands Hatch con Yamaha. New entry anche in casa Honda

Tito Rabat instancabile: tornerà nel BSB per i prossimi due round

        Con l'intendo di aiutare le cittadine colpite dall'alluvione dello scorso mese di maggio, questo fine settimana si svolger&agrave; tra Faenza e Imola la prima edizione di MotorPlay, un vero e proprio motoraduno di solidariet&agrave; in cui le moto saranno ovviamente le assolute protagoniste, grazie all'organizzazione di Jader Giraldi (qui la nostra intervista fatta allo scorso Bivacco Italia) e Tiziano Intern&ograve;, entrambi piloti della Dakar e grandi appassionati di rally. Un evento ricco di attivit&agrave; a due ruote  L'8 e il 9 luglio, gli appassionati potranno presenziare all'evento e avranno modo di provare tante moto diverse con i test ride di vari marchi tra cui Beta, Fantic e Aprilia, ma cimentarsi anche in aree training di diversa difficolt&agrave; per mettersi alla prova, imparare nuovi aspetti della guida e della novigazione attraverso workshop dedicati e assistere alla proiezione del documentario sulla Dakar realizzato da Rally POV. A tutto ci&ograve; si aggiunger&agrave; un motoraduno solidale che coinvolger&agrave; oltre venti motoclub e il cui totale ricavato verr&agrave; devoluto in beneficenza proprio per aiutare e velocizzare la ripresa dei paesi pi&ugrave; colpiti dall'alluvione. MotoAmerica: la Energica Eva Ribelle punta al podio a Laguna Seca Giraldi: &ldquo;I valori della Dakar saranno alla base di MotorPlay&rdquo;  Jader Giraldi, ideatore dell'evento (nonch&eacute; faentino a sua volta) ha cos&igrave; commentato la scelta di confermare l'evento in programma questo weekend: &ldquo;Alla Dakar si mettono in gioco umilt&agrave;, determinazione e solidariet&agrave;. Questi stessi valori saranno alla base di MotorPlay, che rappresenter&agrave; una grande occasione per stimolare ed aiutare tutta la comunit&agrave; a rimettersi in gioco, grazie anche alle aziende e ai partner istituzionali coinvolti. Sar&agrave; un onore rendere omaggio in questo modo ad un territorio a cui devo molto e a cui sono davvero legato, riaccendendo la passione per le due ruote che da sempre contraddistingue questi posti&rdquo;. Crossover Cup: tutto pronto per la sfida di Misano tra le regine del mercato       

L'evento, che comprender&agrave; un motoraduno e tantissime attivit&agrave; legate alle due ruote, si svolger&agrave; tra Faenza e Imola grazie a Jader Giraldi e Tiziano Intern&ograve;, entrambi piloti della Dakar

MotorPlay: il raduno per l'Emilia Romagna in perfetto “spirito dakariano”

        Vivere l&rsquo;Italia, la Toscana e la Valdichiana attraversando il territorio in sella alla propria moto, scoprendone la cultura, la storia e le tradizioni. E&rsquo; quanto faranno centinaia, se non migliaia di motociclisti tra il 26 e il 28 giugno del 2024 quando Chianciano Terme sar&agrave; la sede della 77esima edizione del Rally FIM, l&rsquo;evento mototuristico pi&ugrave; prestigioso a livello internazionale. La manifestazione, organizzata dalla Federazione Motociclistica Italiana sotto l&rsquo;egida della Federazione Internazionale di Motociclismo, &egrave; stata presentata nella citt&agrave; ospitante presso il Parco dell&rsquo;Acqua Santa. Alla conferenza sono intervenuti Andrea Marchetti (Sindaco di Chianciano Terme), Giovanni Copioli (Presidente FMI), Rocco Lopardo (Vice Presidente e Coordinatore Commissione Turistica FMI) e Carlo Alberto Martellozzo (Amministratore Delegato Terme di Chianciano). Risultati GP Olanda MotoGP: il commento sul Gran Premio Il presidente FIM, Copioli: "L'evento torna in Italia dopo 17 anni" Durante l'incontro &egrave; stato sottolineato l'importante indotto economico e l'ampia visibilit&agrave; di cui il territorio potr&agrave; godere durante il Rally FIM. Gli iscritti partecipano in rappresentanza del proprio Paese; per calcolare la classifica finale a squadre (in cui non &egrave; compresa la nazione ospitante) si tengono in considerazione il numero di partecipanti per ogni Paese e i chilometri percorsi da ognuno di essi per raggiungere la localit&agrave; dell&rsquo;evento. Il Rally FIM &egrave; particolarmente sentito in Italia come dimostrano le 27 vittorie azzurre, di cui le ultime quattro consecutive. Marchetti, Copioli e Lopardo hanno svelato con entusiasmo ed emozione il logo del 77&deg; Rally FIM, uno stemma che unisce la passione per il motociclismo con il desiderio di scoperta del territorio. Giovanni Copioli, Presidente FMI: &ldquo;Abbiamo presentato con orgoglio e passione l&rsquo;edizione 2024 del Rally FIM, evento che torner&agrave; in Italia a 17 anni dall&rsquo;edizione di Cesenatico del 2007. Siamo particolarmente soddisfatti e grati per la fiducia e la collaborazione riscontrate sia dalla Federazione Internazionale di Motociclismo sia dalle Autorit&agrave; Locali, che fin da subito hanno percepito la portata dell&rsquo;evento. Nel giugno 2024 ci faremo trovare pronti per accogliere i motociclisti che vorranno scoprire il nostro meraviglioso Paese in sella alle loro moto. Dimostreremo ancora una volta quanto il motociclismo sia una risorsa, un&rsquo;opportunit&agrave; per il territorio non solo da un punto di vista dell&rsquo;indotto economico, ma anche della visibilit&agrave; a livello internazionale e della promozione&rdquo;. Evento importante per tutto il territorio Il sindaco di Chianciano Terme, Andrea Marchetti, ha sottolineato: &ldquo;Chianciano Terme capitale del &ldquo;Mototurismo&rdquo; 2024 &egrave; qualcosa che ci inorgoglisce e ci rende felici. Ringrazio la Federazione Motociclistica Italiana, il suo presidente Giovanni Copioli e il vice presidente Rocco Lopardo, per aver dato fiducia alla citt&agrave;. Ci stiamo adoperando per regalare il miglior spettacolo possibile e ci auguriamo che tanti motociclisti da tutto il mondo vengano nel nostro territorio. Questo &egrave; un grandissimo evento che, sono sicuro, rester&agrave; nella memoria dei protagonisti che vi parteciperanno. Chianciano Terme sta investendo molto sulle manifestazioni eventistiche in genere perch&eacute; rappresentano un'opportunit&agrave; per promuovere il turismo sul territorio e perch&eacute; sono uno strumento importante di socializzazione, aggregazione e abbattimento delle barriere, con un occhio di riguardo alla salute, all&rsquo;integrazione, all&rsquo;educazione e al rispetto". Rocco Lopardo, Vice Presidente e Coordinatore Commissione Turistica FMI: &ldquo;Il Rally FIM 2024 sar&agrave; certamente un grande evento utile a condividere la passione per il motociclismo e il desiderio di scoprire il nostro territorio. Abbiamo l&rsquo;obiettivo di organizzare una manifestazione con numerose novit&agrave;, da svelare progressivamente nel corso dei mesi, ma che allo stesso tempo rispetti storia e tradizione di questo raduno mototuristico. Proporremo gite ed iniziative volti a promuovere la nostra cultura motociclistica, le bellezze uniche del nostro Paese e le caratteristiche di un territorio a misura di motociclista che, non ho dubbi, sar&agrave; apprezzato da tutti i partecipanti al Rally. Come dimostra la conferenza tenutasi a Chianciano Terme, siamo gi&agrave; partiti con la macchina organizzativa e programmeremo tutti i dettagli con l&rsquo;intento di offrire ai motociclisti tre giorni memorabili&rdquo;. MotoGP Olanda, Bezzecchi: "Una GP24 l'anno prossimo? La vorrei in questo team"         

Dal 26 al 28 giugno del 2024 il raduno internazionale porter&agrave; in Valdichiana migliaia di motociclisti provenienti da ogni parte del mondo

Presentata a Chianciano Terme la 77° edizione del Rally FIM

        Per rendere brillanti e densi di entusiasmo gli occhi di molti appassionati delle due ruote basta a volte solo nominarlo, perch&eacute; il Mugello &egrave; decisamente uno di quei tracciati che qualunque amante del motociclismo porta nel cuore. Basti pensare che tanti piloti &ndash; non solo italiani - nel corso degli anni lo hanno decretato il loro tracciato preferito, ma del resto il layout del circuito situato in Toscana, in una conca naturale dove il meteo pu&ograve; tranquillamente alternare caldo torrido a temporali tropicali, non ha nulla da invidiare a nessun&rsquo;altro impianto del mondo.&nbsp;Alla velocit&agrave; pura che si pu&ograve; ottenere sul lungo &ndash; 1141 metri &ndash; rettilineo, caratterizzato dal famoso scollino e dove Jorge Martin &egrave; stato capace l&rsquo;anno scorso di superare i 363 chilometri orari, si somma la precisione necessaria nel misto, dove le curve si susseguono sinuosamente e devono essere raccordate alla perfezione. Tutto ci&ograve; &egrave; reso ancora pi&ugrave; complicato ma al tempo stesso affascinante dai continui cambi di pendenza, specie nei tratti pi&ugrave; famosi del tracciato come la Casanova &ndash; Savelli e le iconiche Arrabbiate, una doppia destra in salita da cuori forti. Rossi, Capirossi, Biaggi e non solo: i grandi duelli  Una perla immersa nel verde, che per anni ha avuto nell&rsquo;affluenza di pubblico un altro suo grande punto forte: non a caso una delle frasi pi&ugrave; famose relative al tracciato toscano &egrave; &ldquo;al Mugello non si dorme&rdquo;, per il grande quanto festoso baccano fatto dai tifosi sin dal venerd&igrave;. Gli stessi tifosi che negli anni hanno reso celebre &ldquo;l&rsquo;invasione&rdquo; in pista successiva alla corsa della classe regina, con conseguente raduno nella parte di rettilineo sottostante al podio, in una cornice da brividi sia dal punto di vista dell&rsquo;atmosfera che della visuale.&nbsp;Una grande festa dunque, che nel caso del tifo italiano &egrave; stata agevolata anche dai molteplici duelli e successi dei piloti azzurri, alcuni dei quali rimasti nella leggenda. E non parliamo solo delle gare della classe regina, perch&eacute; nella top five dei duelli pi&ugrave; emozionanti vi &egrave; certamente quello sotto il diluvio tra Marco Simoncelli e Mattia Pasini in 250, con due amici d&rsquo;infanzia &ndash; prima che rivali &ndash; a giocarsi la vittoria &ndash; andata poi a Pasini &ndash; in condizioni a dir poco impervie. Passando alla classe regina, indimenticabile la gara della 500 nel 2000 con Valentino Rossi, Loris Capirossi e Max Biaggi in lotta per la vittoria sino alle ultime battute, quando le cadute di Valentino e Max spalancarono le porte del paradiso a Loris.&nbsp;Un trio questo che ha animato un numero incalcolabile di Gran Premi del Mugello, luogo mistico per tutti coloro che vi hanno messo piede almeno una volta. Insomma un tracciato speciale ricco di storia, livree e caschi dedicati.&nbsp;Vincere in alcuni circuiti resta maggiormente nel cuore e nei pensieri dei piloti, e farlo al Mugello rappresenta questo concetto. Un concetto che valeva anche per Jason Dupasquier, che proprio al Mugello ha visto nel 2021 il suo sogno spezzarsi: anche per lui il Mugello &egrave; pronto ad accendersi ed a regalare spettacolo una volta di pi&ugrave;. MotoGP, Petrucci e la sua vittoria al Mugello: "Mi &egrave; passata tutta la vita davanti"       

Dai tratti iconici come le arrabbiate alla classifica invasione post gara: il tracciato toscano fa parte dei capisaldi della MotoGP, grazie anche a Rossi, Capirossi e Biaggi

MotoGP, velocità, duelli e storia: ecco perchè il Mugello è magico

        Se si pensa al circuito del Mugello e al Gran Premio d'Italia della MotoGP, viene spontaneo associare immediatamente il tracciato toscano alla celebre frase &ldquo;al Mugello non si dorme&rdquo;. Il GP di quest'anno, in programma dal 9 all'11 giugno, non far&agrave; eccezione visto che tra concerti, raduni ed eventi gli appassionati potranno vivere in prima persona un vero e proprio festival dedicato al mondo dei motori a 360 gradi. Oltre alla possibilit&agrave; unica nel suo genere di campeggiare in circuito durante la notte, dal tramonto in avanti ci saranno apertivi, DJ set e concerti gratuiti alla Casanova Savelli e alla Scarperia Palagio. Le moto potranno inoltre accedere gratuitamente all'interno del circuito e non mancher&agrave; la promozione &ldquo;Night&amp;Day&rdquo;, con cui sar&agrave; possibile entrare alle 19:00 del giorno precedente pernottando in pista. Bartalini "The Voice" nella MotoGP del Mugello Gli eventi del weekend   Tra i numerosi eventi collaterali che animeranno il Gran Premio d'Italia 2023, ci sar&agrave; un'ampia sessione di autografi e di incontro con i piloti il sabato pomeriggio dalle 16:30 alle 19:30, seguita dal DJ set di Hell Raton sul palco del Correntaio, al termine del quale inizier&agrave; un nutrito programma di concerti e musica dal vivo. Tanti anche gli appuntamenti della domenica, dalla Hero's Walk alla Riders Fan Parade, fino alla spettacolare esibizione delle Frecce Tricolori durante la griglia della MotoGP. Al termine di quest'ultima, poi, torner&agrave; l'iconica invasione di pista, con tanto di DJ set direttamente dal podio, a completare un fine settimana che si preannuncia come uno dei pi&ugrave; spettacolari della stagione sia in pista, sia al di fuori della stessa. In pi&ugrave;, la promozione dei biglietti in prevendita su Ticketone e sul sito dell'autodromo proseguir&agrave; fino al 28 maggio, l'ingresso sar&agrave; gratuito per i ragazzi fino ai 15 anni e scontato del 20% dai 16 ai 18 anni, mentre lo sar&agrave; del 10% per le donne. Un ulteriore motivo per godersi il GP direttamente dalle tribune del tracciato alle porte di Firenze. MotoGP: Francesco Guidotti ci porta alla scoperta della KTM       

Rossi defin&igrave; il circuito toscano &ldquo;La Woodstock dei motori&rdquo; e quest'anno, tra concerti, DJ set ed eventi di contorno, saranno tanti i motivi per non perdersi il Gran Premio dal vivo

“Al Mugello non si dorme”: ecco tutti gli eventi che animeranno il GP d'Italia

        Sar&agrave; l&rsquo;autodromo di Varano il teatro della prima sfida dei Trofei WRS Motoestate 2023, che metteranno in pista diverse novit&agrave;, come il nuovo regolamento della&nbsp;Moto4&nbsp;(aperta a tutte le moto in produzione o artigianali fino a 250 cc con motore cinese, Yamaha WR, oppure Honda 150) e la&nbsp;Twins Cup,&nbsp;che racchiude vecchie e nuove due cilindri fino a 800 cc. Motoestate: tutti gli spunti del primo round di Varano  In questo primo round di Varano vedremo in pista piloti di nazionalit&agrave; svizzera, Solc&agrave; nella 600, l&rsquo;irlandese O Grady nella Sound of Thunder 1000 e nella Race Attack, e le wild card del team di Roberto Antonellini: Dorren Louriero nella 600, mentre in sella alle Kawasaki 400 ci saranno Taigh Janse, Chris Wright e Raul Rodriguez. Nella&nbsp;125&nbsp;il pluri-campione Emanuele Magnanelli se la dovr&agrave; vedere con Mirco Modesti, pilota di esperienza che approda per la prima volta nel Motoestate con il team 125 Bei tempi; Lorenzo Guidi, che torna in ottavo di litro, Leonardo Specolizzi, Krstev e gli altri piloti della categoria. Nella classifica Open non mancheranno William Albani, Bondavalli e il campione Nicola Rosati. Nella&nbsp;Moto4&nbsp;Alex Iannazzo e Lorenzo La Sorsa sono i nomi nuovi della classe. Nella&nbsp;300SS&nbsp;sar&agrave; battaglia aperta tra i giovani piloti che animano la categoria. A partire dal campione Mattia Sorrenti, quest&rsquo;anno in gara anche contro il fratello Andrea, al debutto, e soprattutto con Giacomo Zannoni, secondo nel 2022, Davide Bollani e tutti gli altri piloti al via. 600SS&nbsp;con diversi nomi da tenere d&rsquo;occhio, sia per la classifica Open che per quella Next Gen SS che raduna le nuove moto di cilindrata superiore. Daniele Galloni torna nel Motoestate, in sella alla Ducati, dopo i titoli conquistati nella Minigp e Moto4. Altri giovani da tenere d&rsquo;occhio sono Giacomo Caffagni, Michael Ferrari, Mattia Balella, Matteo Osler, William Venesia, Marco Solca, Kevin Terranova e la wild card Dorren Louriero. Nella classe&nbsp;Sound of Thunder 1000 il campione in carica Valter Bartolini che dovr&agrave; vedersela dagli avversari degli ultimi anni come il sempreverde Massimo Boccelli, Emanuele Lo Bartolo e Massimiliano Palladino. Saranno della partita Renaudo, Davide Eccheli, Cristian Gipponi e Michael Lamagni. Tra le Stock, che si corre con monogomma Dunlop, occhi puntati su Paolo Cristini, Jari Remoto e Lorenzo Voch, vincitore della Race Attack 2022. Tanti volti nuovi nella&nbsp;Race Attack, sia 600 che 1000. Debutter&agrave; la&nbsp;Twins Cup, e vedr&agrave; al Aprilia RS660, anche Ros Moto, Guzzi V7 e Yamaha R7. Motoestate Varano: ecco come seguirlo  Il weekend inizier&agrave; sabato, con le prove libere la mattina e nel pomeriggio dalle 14 le prime prove ufficiali. Domenica mattina ultime prove di qualifica e dalle 11 le gare. Biglietteria aperta con ticket unico sabato, 7 euro, mentre domenica biglietto intero 12 euro e ridotto a 10 euro per under 14 e tesserati FMI. I biglietti sono acquistabili in loco il giorno dell&rsquo;evento. Come da tradizione dei Trofei MES, il round di Varano sar&agrave;&nbsp;aperto al pubblico. Chi non potr&agrave; essere presente nel paddock durante il weekend di gara, potr&agrave; godersi i&nbsp;video delle gare&nbsp;domenica 30 aprile su&nbsp;Go-TV, canale 68 DTT e sul canale YouTube ufficiale del campionato. Calendario Motoestate 2023       

Il primo appuntamento della stagione sar&agrave; aperto al pubblico. Al via della 1000 Sound of Thunder vedremo Thomas O&rsquo;Gready, campione Superbike d&rsquo;Irlanda

Motoestate al via: ecco come seguire il round di Varano

        Nel Medioevo furono eretti in Europa centinaia di castelli, per permettere ai feudatari di difendersi dagli attacchi provenienti dall&rsquo;esterno. Nel motociclismo, invece, i Castelli servono per andare all&rsquo;attacco, conquistando l&rsquo;intero globo. La storia di Lucio e Massimo Castelli   Lo dimostrano Lucio e Massimo Castelli, da Gorla Minore (Varese), artefici rispettivamente di 17 titoli mondiali piloti in pista e otto nel Motocross. Lucio compir&agrave; 90 anni il 30 giugno, ma &egrave; ancora lucidissimo e non si perde i raduni di Moto d&rsquo;Epoca, a cui presenzia con una delle sue MV Agusta: &ldquo;Lavoravo in officina da Mario Colombo, lui conosceva il Conte, Domenico Agusta, nel 1954 mi port&ograve; in azienda e venni assunto. Stavo in officina e quando, nel 1964, venne riaperto il Reparto Corse, Arturo Magni mi chiam&ograve; perch&eacute; mi occupassi della ciclistica. Essendo assunto, quando nel 1976 il Reparto Corse chiuse, restai alla MV, ho fatto da autista al conte Corrado fino alla pensione, nel 1989&rdquo;. Rispetto al padre, Massimo, che la settimana scorsa ha festeggiato 62 anni, ha avuto un percorso lavorativo pi&ugrave; tortuoso: &ldquo;Iniziai nel 1978 all&rsquo;Aspes come garzone, aiuto meccanico: imparavi lavando e smontando le moto, chiaramente senza responsabilit&agrave;. Dopo la pausa per il Militare, nel 1982 andai alla Cagiva, restando fino al 1991, quando Michele Rinaldi mi propose di aggregarmi a lui&rdquo;. Il cambio di casacca non fu accolto favorevolmente in famiglia: &ldquo;Pap&agrave; si arrabbi&ograve; molto perch&eacute; secondo lui la Cagiva, essendo una ditta, mi garantiva un lavoro sicuro come operaio, ma non mi andava di stare in catena di montaggio. Il Reparto Corse stava chiudendo, mi dissi &lsquo;un treno cos&igrave; non passa pi&ugrave;&rsquo; e andai da Rinaldi a Parma, per rimanerci dal 1992 al 1999. Passai al Team Freetime Yamaha Skittles di Reggio Emilia per cui correvano Yves Demaria e Pit Beirer. Dopo due anni aprii un&rsquo;officina e conobbi Giacomo Gariboldi che nel 2005 diede vita al suo team, un po&rsquo; per gioco&rdquo;. Da quell&rsquo;istante Massimo Castelli non ha pi&ugrave; cambiato casacca, diventando uno dei capisaldi della formazione di Arsago Seprio, fino a occupare il ruolo di responsabile tecnico: &ldquo;Il team fu messo insieme per aiutare i giovani: partimmo con il Regionale lombardo, poi l&rsquo;Italiano. Nel 2009 vincemmo l&rsquo;Europeo 250 con Christophe Charlier ma poco dopo la Yamaha ci abbandon&ograve;. Con un colpo di fortuna, o forse perch&eacute; siamo stati bravi, siamo stati chiamati in HRC ed &egrave; arrivato Tim Gajser, con cui abbiamo vinto cinque Mondiali: nel 2015 in MX2, nel 2016, 2019, 2020 e 2022 in MXGP&rdquo;. Oltre alle superfici di gara, anche i compiti dei due Castelli si discostano non poco come racconta Lucio: &ldquo;Io facevo il telaista, guardavo tutta la ciclistica, forcella, ammortizzatori, ruote, freni, filo del gas. Avevo un libretto che indicava ogni quanti chilometri erano obbligatorie le sostituzioni. I freni, anche se erano ancora quasi nuovi, dopo tre gare andavano cambiati. Le gomme ce le portavamo noi, erano soltanto di due tipi, da asciutto e da bagnato. A volte si restava svegli il sabato notte per sistemare la moto dopo una rottura. I motori di scorta erano quattro, due per cilindrata e durante l&rsquo;anno li ripristinavamo, mettendo a posto albero motore, pistoni, testa&rdquo;. Lucio e Massimo Castelli, dalla pista all'off-road   Vedendo il padre in azione in garage insieme allo zio Edoardo, anch&rsquo;egli dipendente Cagiva, l&rsquo;erede si &egrave; innamorato delle moto fin dalla tenera et&agrave;: &ldquo;Anch&rsquo;io come pap&agrave; cominciai come telaista, ma dopo, avendo la passione, ho imparato altre cose. Mi occupavo dei motori in Yamaha da Rinaldi e tutt&rsquo;ora &lsquo;faccio&rsquo; il motore di Gajser, sono responsabile del team a livello tecnico. Sopra di me ci sono Gariboldi, come team manager, e Marcus Freitas, che da anni &egrave; uomo HRC, il general manager che mantiene i contatti tra noi e il Giappone. Il lavoro &egrave; cambiato perch&eacute; in Cagiva dovevi montare le gomme, revisionare la forcella, facevi proprio tutto. Adesso invece c&rsquo;&egrave; chi ti porta il motore, la Pirelli fornisce le gomme, c&rsquo;&egrave; un tecnico giapponese per le sospensioni e un altro tecnico nipponico che si occupa soltanto dell&rsquo;elettronica. Lui fa la mappatura alla moto e noi inseriamo la schedina nella centralina. Anche per questo la gestione &egrave; pi&ugrave; rapida, non si lavora pi&ugrave; di notte come ai tempi della Cagiva&rdquo;. Persino l&rsquo;incidenza dell&rsquo;uomo appare agli antipodi, almeno a detta di Massimo: &ldquo;Ai tempi di pap&agrave;, le moto della 500 erano pi&ugrave; difficili da gestire e il pilota contava parecchio. Credo che nella Velocit&agrave; attuale il 70 percento lo faccia la moto, nell&rsquo;off-road le percentuali sono invertite. Le moto nel Cross si equivalgono pi&ugrave; o meno tutte, almeno considerando le ufficiali. Gajser pu&ograve; vincere ovunque, come era per Tony Cairoli. Il pilota &egrave; ancora molto pi&ugrave; importante della moto, anche se chiaramente, se guida un &lsquo;cancello&rsquo; non puoi pretendere che vinca&rdquo;. A differenza di Lucio, che ha conquistato sei titoli della 350 e 11 consecutivi della 500, dal 1964 al 1974 con Mike Hailwood (due), Giacomo Agostini (tredici) e Phil Read (gli ultimi due), il figlio ha trionfato in classi e con team differenti: &ldquo;I primi due Mondiali li ho vinti in 125 con la Cagiva, nel 1985 e nel 1986 con Pekka Vehkonen e Dave Strijbos. Con la Casa varesina ho fatto pure un anno nella Velocit&agrave;, nel 1990 con Randy Mamola, Ron Haslam e Alex Barros, e in inverno la Parigi-Dakar vinta da Edi Orioli. Nel 1992 in 250 ho conquistato il mondiale Cross con Donnie Schmit, al primo anno con Rinaldi, anche se non conoscevo nessuno e parlavo pochissimo l&rsquo;inglese&rdquo;. Un&rsquo;incombenza che il padre non ha mai avuto: &ldquo;Non parlavamo lingue straniere &ndash; conferma Lucio &ndash; ci pensava Magni, sia per confrontarsi con Hailwood e Read che per le trasferte&rdquo;. D&rsquo;altra parte lavorava per un&rsquo;azienda italiana, mentre Massimo ha a che fare con i giapponesi: &ldquo;Da un lato lavori bene perch&eacute; hai tutto ci&ograve; che serve, se ti dicono che domani arriveranno cinque motori stai sicuro che li avrai. Ma per far loro capire le cose serve tempo, il loro tempo di reazione &egrave; lungo&rdquo;. La possibilit&agrave; che la serie vincente continui con la terza generazione &egrave; per&ograve; esclusa, sentendo Massimo a cui pesano sempre di pi&ugrave; le lunghe attese in aeroporto: &ldquo;Ho un figlio che va in moto, ha passione e ha voluto provare a fare l&rsquo;aiuto meccanico. Alla fine ha scoperto che non &egrave; il suo mondo, troppi sacrifici, mentre i coetanei sono in giro a divertirsi: ha deciso di smettere e fa l&rsquo;operaio&rdquo;. Alla domanda su cosa serva per fare a lungo il meccanico in squadre cos&igrave; importanti, invece, i Castelli rispondono quasi all&rsquo;unisono, usando la stessa parola chiave: &ldquo;Se non hai passione&hellip; non ce la fai&rdquo;. Francesco Faraldo, l'inventore d'Oltremanica | Storie Italiane       

Due generazioni di pluricampioni del mondo dietro le quinte: Lucio ha trionfato 17 volte con MV Agusta, Massimo ha prevalso nell'off-road

Lucio e Massimo Castelli, i meccanici vincitutto | Storie Italiane

        Come noto, la Federazione Motociclistica Italiana gestisce il Registro Storico FMI, che raccoglie e valorizza il patrimonio tecnico e imprenditoriale italiano e non soltanto. Al grande interesse dei tesserati FMI e degli appassionati di moto storiche, la FMI affianca anche un&rsquo;attivit&agrave; in pista con un calendario nazionale riservato alle moto storiche di varie discipline. Il Registro Storico FMI  Il Registro Storico si &egrave; attivato per avere un quadro conoscitivo sulle emissioni relative alle moto storiche. La Commissione Ambiente FMI ha messo a punto un protocollo di studio che prevede la raccolta di dati bibliografici sul tema emissioni delle moto (sia acustiche che in atmosfera), misurazioni in aree di raduno motociclistico o gara durante gli eventi di tutto il 2023 e test al banco di alcuni esemplari di moto storiche. Il tutto, in collaborazione con strutture specializzate e universit&agrave; con le quali la Commissione Ambiente FMI collabora attivamente. Questo studio giunge proprio nel momento delle decisioni europee sulla messa al bando dei motori a combustione interna dal 2035, che per ora &egrave; stata rimandata. Nello studio programmato &egrave; previsto anche un test comparativo sull&rsquo;alimentazione dei motori con benzine attuali e biocarburanti di nuova generazione. Senza dubbio, l&rsquo;attivit&agrave; del Registro Storico FMI ha un approccio scientifico, basato sulla raccolta e sull&rsquo;analisi dei dati; quindi un&rsquo;attivit&agrave; interessante, grazie alla quale verr&agrave; messo a disposizione di tutti un contributo conoscitivo su temi di grande attualit&agrave;. I motori endotermici e le decisioni europee  Personalmente reputo che solo avere discusso il pacchetto &ldquo;Fit for 55&rdquo;, col quale l&rsquo;Europa vorrebbe impedire la vendita di veicoli con motori a combustione interna dal 2035, sia follia. Per fortuna, per ora, la rivoluzione elettrica &egrave; stata rimandata ma &egrave; chiaro che chi sta cercando di mettere al bando i motori a combustione interna, non si arrender&agrave;. In ogni caso, il buon senso ha prevalso; ragionando con il calendario industriale, il 2035 &egrave; dietro l&rsquo;angolo e mi stupisce che molti politici dichiarino che &ldquo;C&rsquo;&egrave; tempo per organizzare la transizione&rdquo;, evidenziando scarsa conoscenza di tempistiche industriali e tecnologie disponibili oggi e nel medio termine. Inoltre, in questa assurda situazione si parla principalmente di auto, il settore che movimenta enormi quantit&agrave; di denaro. Le moto erano gi&agrave; emarginate e lo saranno ancora di pi&ugrave;, pertanto, ben vengano attivit&agrave; come questa del Registro Storico FMI. Mercato moto 2023: la partenza &egrave; sprint | Cose di Case       

Il Consiglio Ue non ha preso decisioni. Intanto, ben venga il Registro Storico FMI: ecco perch&eacute;

Lunga vita ai motori endotermici | Cose di Case

        Dove c&rsquo;&egrave; lavoro c&rsquo;&egrave; bellezza; cos&igrave; viene definito il Veneto. La terra d&rsquo;arte e di mercanti da dove part&igrave; Marco Polo alla scoperta dell&rsquo;oriente raccolta nell'opera letteraria Il Milione. Parliamo di sgobboni, gente orgogliosa, agricoltori, letterati, sindaci sceriffi, storici dell&rsquo;arte, vigneti immensi, schei, lavoratori infaticabili. Ma non solo, perch&eacute; il Veneto nel 2022 ci ha dato anche una delle pi&ugrave; belle realt&agrave; dell&rsquo;enduro italiano capace di dominare e vincere il titolo Europeo Junior EJ1 e il Campionato Italiano Junior Assoluto e 250 4T.  Carlo Minot, chi &egrave; e come &egrave; approdato all'enduro  Carlo Minot, nato a Vittorio Veneto l&rsquo;1&deg; gennaio 1999, &egrave; stato uno dei piloti rivelazione della stagione 2022 passando nel giro di pochi mesi da mancato ex trialista a promessa dell&rsquo;enduro italiano e autentica realt&agrave; della tradizione veneta della specialit&agrave;. Minot, nel corso del 2022 &egrave; divenuto un pilota capace di gestire mentalmente al meglio tutto l&rsquo;arco di una gara, e soprattutto, ha acquisito una fiducia nei propri mezzi risultando veloce su ogni tipo di speciale e finalizzando al meglio le risorse tecniche di cui dispone grazie all&rsquo;esperienza maturata nel trial. Come &egrave; nata la tua passione per le gare di fuoristrada?&ldquo;Fin da bambino ho sempre vissuto tra le moto; mio pap&agrave; Mario, oltre a essere un motociclista incallito, ha dato vita alla concessionaria Moto-RI di Vittorio Veneto. Con le gare ho iniziato facendo trial vincendo nel 2007 il Campionato Triveneto con Beta 50 monomarcia e nel 2009 l&rsquo;Italiano Junior con la GASGAS. Nel 2010 la FMI mi ha inserito nel progetto Maglia Azzurra partecipando anche ai raduni colleggiali FMI con i tecnici del Trial. Nel 2010 ho vinto il secondo Titolo Italiano e il Triveneto, ripetendomi nel 2012 e 2013&rdquo;. Allora &egrave; iniziato tutto con il trial?&ldquo;Si diciamo che anche altri campioni dell&rsquo;enduro hanno iniziato con il trial. Tra questi Paul, Jack e Harry Edmondson, Stefan Merriman e altri ancora. Diciamo che il trial ti abitua a studiare, valutare, affrontare e superare con metodologia i vari ostacoli guidando la moto in piedi sulle pedane in armonia con il corpo. Nell&rsquo;enduro avviene pi&ugrave; o meno la stessa cosa solo che gli ostacoli li devi superare di slancio e in velocit, tanendo sempre in considerazione possibili imprevisti&rdquo;.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Il passaggio all'enduro e la stagione 2022  Cos&igrave; hai deciso di passare all&rsquo;enduro?&ldquo;Nel 2016 ho provato una TM 125 vincendo cinque gare su sei del Campionato Triveneto Cadetti. L&rsquo;esperienza mi &egrave; piaciuta; rispetto al trial ti abitua mentalmente a essere pi&ugrave; immediato e istintivo nella guida. Mi sono impegnato vincendo nel 2019 tre gare su sei del Campionato Triveneto Junior 2T 250 2T con anche riscontri positivi nella Classifica Assoluta. Nel 2021, dopo la pandemia, ho debuttato nel Campionato Italiano Under23/Senior con terza poszione finale nella Junior 240 4T&rdquo;. Parliamo del 2022.&Egrave; stata una stagione di vittorie con la TM del Team Agon di Luca Miotto. Ho vinto il Campionato Italiano Junior Assoluto, quello 250 4T e il titolo Europeo Junior EJ1 sfiorando il podio dell&rsquo;Assoluta&rdquo;. Tecnicamente &egrave; pi&ugrave; impegnativo il Campionato Italiano Under 23/Senior o l&rsquo;Europeo?&ldquo;Entrambe i campionati presentano difficolt&agrave; varie anche se le speciali dell&rsquo;europeo sono decisamente pi&ugrave; lunghe e tecniche. Diciamo che i due giorni di gara delle prove del Campionato Europeo, rendono tutto pi&ugrave; impegnativo. Nell&rsquo;italiano Under 23/Senior i distacchi sono invece minori con speciali meno lunghe e complicate&rdquo;.  La squadra dell'Italia  Oltre a te altri azzurri hanno brillato nel Campionato Europeo con la vittoria dell&rsquo;Italia nella Classifica a squadre per Nazioni.&ldquo;La squadra dell&rsquo;Italia all&rsquo;ultima prova in Germania &egrave; stata scelta bene comprendendo oltre a me, Enrico Rinaldi, Nicola Recchia, Maurizio Micheluz. E stata un&rsquo;emozione unica stringere tra le braccia il Trofeo Europeo per nazioni vinto gi&agrave; sabato in una classifica finale nella quale abbiamo preceduto Olanda, Francia, Norvegia, Polonia, Germania, Svezia. A fine gara ero stanco, ma soddisfatto di aver dato il 100% per portare a casa questa vittoria per l&rsquo;Italia e per la Maglia Azzurra&rdquo;. Chi sono stati i tuoi maggiori avversari nella corsa al titolo continentale Junior EJ1?&ldquo;Alcuni avversari a inizio campionato erano molto vicini ai miei tempi. Poi sono migliorato sempre pi&ugrave; ed ho incrementato i miei distacchi da loro consolidando anche la mia leadership in classifica.&nbsp;Gara dopo gara, non ho per&ograve; mai sottovalutato nessuno controllando chi poteva giocarmi qualche brutta sorpresa&rdquo;.  &nbsp; I progetti per il 2023 Cosa farai nel 2023 con quali programmi e cosa ti aspetti? &ldquo;Nel 2023 sar&ograve; con il Team KTM Pro Racing Sport di Alex Belometti su KTM 250 EXC agli Assoluti e alcuni GP. Sar&agrave; l&rsquo;occasione per imparare nuove strategie, esperienze, mettere alla prova me stesso. Dovr&ograve; concentrarmi su come migliorare nella guida in tutte le tipologie di speciali. Parteciper&ograve; a tutte le prove degli Assoluti d&rsquo;Italia avendo corso solo una gara nel 2022, mentre al Mondiale stiamo valutando con Belometti di prendere parte ai primi due GP in Italia e Spagna per poi decidere come proseguire&rdquo;. In gara nelle varie speciali sei considerato un pilota aggressivo. Una necessit&agrave; o una condizione?&ldquo;Mi ritengo abbastanza equilibrato. Ognuno di noi credo abbia quell&rsquo;aggressivit&agrave; che viene espressa pi&ugrave; o meno nell&rsquo;affrontare le varie speciali dove occorre essere sia concentrati, costanti ed estremamente veloci in ogni settore. Penso di essere ben bilanciato in tutti gli aspetti anche se dovr&ograve; migliorarmi per essere il pi&ugrave; posisbile completo. Aggressivit&agrave;: si ma controllata&rdquo;. Il Campionato Europeo per un giovane come te &egrave; il giusto passo per approdare poi al Mondiale?&ldquo;Nel mio caso &egrave; servito molto. Il mio curriculum nell&rsquo;enduro non comprendeva fino al 2022 di grandi risultati perch&eacute; non avevo esperienza nelle gare fuori dall&rsquo;Italia. Prendere parte all&rsquo;Europeo nel 2022 &egrave; stato molto formativo ed &egrave; stato un&rsquo;immensa soddisfazione aver vinto il Titolo Europeo Junior EJ1. E&rsquo; stato anche formativo prendere parte alle quattro prove dell&rsquo;Europeo, conoscere nuovi terreni, speciali sempre diverse fra loro. All&rsquo;inizio sono partito senza particolari aspettative, ma gara dopo gara ho capito che stavo crescendo crescendo grazie all&rsquo;impegno di dare ogni volta il massimo. Sicuramente anche gli Assoluti sono comunque un ottimo banco di prova per chi vuole partecipare al Mondiale&rdquo;.        

Intervista a Carlo Minot Campione Europeo Enduro 2022 classe Junior EJ1 &nbsp;

L'oro del Veneto parla l'Enduro

        Impressionante. Questo l'aggettivo pi&ugrave; gettonato udito alla presentazione dei Pata Talenti Azzurri, progetto seguito dalla Federazione Motociclistica Italiana. Con oltre 70 presenti, il padiglione numero 7 del Motor Bike Expo &egrave; stato invaso da una vera e propria onda blu. Anzi, azzurra.&nbsp; Velocit&agrave;, Motocross, Trial, Enduro, Supermoto, Speedway, Flat Track, Quad e Motorally: pi&ugrave; di cos&igrave;...  Avete capito bene, i Pata Talenti Azzurri FMI sono impegnati nelle discipline sopra elencate. Sicch&eacute;, troviamo di tutto: terra, sabbia, erba, fango, ghiaccio, asfalto. Ad affrontare i seguenti elementi, i piloti vestiti di blu, a ricordare la Maglia Azzurra Nazionale. Ecco i nomi dei bravi e qualificati Direttori Tecnici qui elencati a rispetto del sottotitolo spiegato ad inizio paragrafo:&nbsp;Roberto Sassone, Thomas Traversini, Fabio Lenzi, Cristian Rossi, Massimo Beltrami, Poi abbiamo i Refenti, ovvero, Armando Castagna, Nicola Montalbini e Matteo Graziani. Simone Schiavetti e Francesco Dragonetti hanno avuto il loro bel daffare nel presentare giovani ed esperti.&nbsp; L'orgoglio di Giovanni Copioli, la soddisfazione di Raffale e Prisco  Il Presidente della Federazione Motociclistica Italiana ha vissuto un grande 2022, dal quale lanciare il 2023. I successi conseguiti da Pecco Bagnaia in MotoGP e Andrea Verona nell'EnduroGP rappresentano l'apice di un iceberg solido, alto e invidiato da tutti: "Il progetto Pata Talenti Azzurri FMI costituisce la punta di diamante della nostra Federazione" le parole di Giovanni Copioli "Sono tante le soddisfazioni collezionate negli anni, grazie alla sinergia tra il Settore Tecnico, i piloti e le parti coinvolte. Seguire oltre 70 ragazzi richiede impegno, ripagato quando vediamo crescita professionale e di risultati. La comunione di intenti allacciata con Pata Snack condivide i valori di un motociclismo sano e fedele nelle nostre iniziative". Anche Raffaele Prisco si &egrave; espresso in merito, nella qualit&agrave; di Coordinatore Direzione Tecnica FMI: "La FMI segue i Pata Talenti Azzurri nell&rsquo;arco di tutta la stagione con allenamenti, raduni collegiali e durante le gare. E&rsquo; un lavoro costante che vede come figure di riferimento i Direttori Tecnici e i Tecnici FMI e che ci premia sia con i risultati che con il riconoscimento, da parte di molti campioni affermati, della qualit&agrave; delle nostre attivit&agrave;. Nel 2023 proseguiremo sulla strada tracciata negli anni passati, pur senza trascurare l&rsquo;aggiornamento di metodologie e dei contenuti della direzione tecnica, con l&rsquo;obiettivo di far maturare i ragazzi sotto tutti i punti di vista per continuare a dare nuova linfa al motociclismo italiano&rdquo;.&nbsp;         

Al Motor Bike Expo di Verona sono stati presentati oltre 70 piloti appartenenti a 9 discipline motoristiche dedicate ad asfato e fuoristrada

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